CORONAVIRUS
La sfida oltre il silenzio
A Saronno messaggio di speranza tra negozi e volontari

Città spettrale, è soprattutto il silenzio quello che più di tutto colpisce nella Saronno, solitamente trafficata e sin troppo rumorosa e affollata, in questi giorni di emergenza coronavirus; e colpiscono anche i posteggi deserti, quelli che solitamente sono introvabili, attorno al municipio o in zona stazione ferroviaria centrale.
Stesso discorso in via Roma e via Marconi, due delle arterie che dalla periferia portano al centro, dove non passa neanche un’automobile; peggio ancora se possibile oltre la ferrovia verso il residenziale quartiere Matteotti e la zona scolastica solitamente brulicante di giovani e giovanissimi sin dalla prima mattina al tardo pomeriggio. È la Saronno fantasma, dove si fatica a intravedere qualcuno, che passa frettolosamente e con la mascherina che da domenica è obbligatoria per chi esce di casa, in tutta la Lombardia.
«STIAMO STRA-LAVORANDO»
Una città che si anima, si fa per dire, solo in mattina dei feriali e nella zona pedonale. Sono i momenti in cui andare a rifornirsi nei pochi negozi di alimentari, quando si va nelle farmacie o dal tabaccaio, in quelli ancora rimasti aperti.
Come alla storica macelleria Borsani di via Garibaldi dove Paolo e i suoi familiari tengono duro: «Sì, e stiamo stra-lavorando facendo servizio a domicilio!». Poco distante, in piazza Libertà, ci sono un paio di persone - a distanza di sicurezza e con la mascherina - che entrano nel cortile della casa parrocchiale. Norberto Tallarini e Gianni Branca fanno parte del team di volontari che in questi tempi difficili sta tenendo in vita l’emittente comunitaria Radiorizzonti, che svolge un ruolo sociale e religioso insostituibile: trasmette le messe dall’adiacente chiesa prepositurale di San Pietro e Paolo con il prevosto don Armando Cattaneo e continua a tenere compagnia ai saronnesi, con programmi in diretta tutte le mattine.
Negli studi massima attenzione all’igiene, con le due sale di registrazione sanificate praticamente ogni ora della giornata.
RICHIESTI I SATURIMETRI
Al di là del sagrato, appena dietro l’angolo la farmacia Taglioretti di piazzetta Portici: «La clientela si è ridotta moltissimo - rileva Stefano Taglioretti - Noi, per tutelarci e tutelare gli altri, lavoriamo a battenti chiusi ma non viene tanta gente: peggio la precedente mentre nell’ultima settimana è andata un po’ meglio, diciamo -50 per cento. Cosa chiedono i clienti? Ovviamente i farmaci di cui hanno bisogno e, legate al momento, mascherine e guanti ma questi ultimi sono introvabili come i saturimetri».
«TORNEREMO A BRINDARE»
Luci e forno spento alla pizzeria “La perla” di via Marconi solitamente sempre affollatissima: hanno provato a resistere con il servizio a domicilio per qualche giorno, poi la scelta di chiudere in attesa che la bufera sia passata, interpretando le apprensioni del personale: «Aspettiamo che questa brutta vicenda sia passata; e poi torneremo a brindare con i nostri clienti, che sono quasi tutti anche amici da anni», dice Massimo Conte dalla porta del suo locale, dove va di tanto in tanto per controllare che sia tutto a posto.
IL PROFUMO DI PANE
Poco distante, sempre in via Marconi, c’è il panificio Borroni, il profumo di pane appena sfornato non tradisce, è in piena attività: «Non ci siamo fermati, e devo dire che anzi il lavoro si è moltiplicato con il passare del tempo - fa notare Andrea Borroni - avevamo già un certo numero di clienti serviti con la spesa a casa, soprattutto anziani. Non abbiamo solo il pane ma un po’ di tutto, ed ora sono molti di più quelli che ci chiedono la spesa a casa. È stata per certi versi una riscoperta delle botteghe di quartiere».
Anche per saltare la fila: infatti nei market della periferia spesso ci si imbatte in lunghe code. E allora in tanti sono tornati ai negozi rionali. Che ringraziano di cuore.
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