CORONAVIRUS
Contagi: Varese resiste
Oggi 27 nuovi casi in tutta la provincia, più del giorno prima. In totale sono 389
Dopo due giorni trascorsi con il numero dei casi in discesa, il Varesotto accoglie purtroppo il report statistico della domenica, oggi, 22 marzo, con una notizia negativa.
I nuovi contagi messi a bilancio per il territorio provinciale sono stati infatti 27, quindi più del giorno prima, quando erano stati 21, spezzando così la linea al ribasso partita venerdì.
Insomma, la muraglia sanitaria innalzata in regione certo non ha permesso al Covid-19 di dilagare nella zona varesina, anche se la nuova spinta alla diffusione del virus fa preoccupare parecchio.
Il numero in sé delle nuove infezioni, che fanno salire il totale certificato a quota 389 (anche se questi dati vanno presi con il beneficio d’inventario, vista la complessità del sistema di raccolta), si potrebbe dire non spaventoso se raffrontato al contesto in cui si muovono altre province. I casi avevano superato quota 100 in provincia di Varese otto giorni fa. Poi un netto aumento.
Ma il problema, anzi il timore consistente, è che il Varesotto potrebbe presto subire l’onda lunga di Milano. Colpa delle iniziali incertezze nel decreto, quando ancora tantissimi pendolari salivano in treno per recarsi in ufficio o in azienda nel capoluogo.
La preoccupazione riguarda infatti le statistiche che sono state registrate sempre oggi dalla città metropolitana, con ben oltre 400 casi in più. Certo questo numero va visto nelle giuste misure, cioè rapportato al numero di abitanti della zona presa in considerazione, ed è proprio dalla tabella che calcola le infezioni ogni mille cittadini che si evince come il balzo sia stato evidente, di circa 0,4 punti.
In pratica, per semplificare, oggi è successo questo: in rapporto alla propria popolazione, Milano e il suo hinterland hanno avuto un’aggressione del coronavirus sei volte superiore a quella della provincia di Varese. La domanda, realistica è se si debba valutare con soddisfazione la tenuta dell’argine sanitario del Varesotto, oppure se ci si debba attendere una forte impennata nelle prossime ore.
Il timore è rafforzato dagli studi di parecchi analisti che considerano i flussi di espansione del virus strettamente collegati alle linee dei trasporti pubblici, tant’è vero che il focolaio iniziale di Lodi è stato seguito dalle repentine crescite di casi a Cremona, quindi a Bergamo e Brescia, tutti territori fortemente collegati alla primissima zona rossa lombarda.
La seconda fase del movimento della malattia polmonare ha preso la direttrice di Lecco e Sondrio, quindi quella del Milanese. Per dirla chiara, non è un caso che i primi municipi del Varesotto a fare i conti con questa situazione siano stati Saronno e Busto Arsizio, ciascuno con una quarantina di contagi registrati e con i paesi nei loro dintorni gradualmente infettati. Si pensi al caso spaventoso di Caronno Pertusella, con 36 ammalati in un Comune che ne conta 17mila, quindi con un caso ogni 500 residenti.
Oggi invece l’emergenza, oltre a riguardare queste aree già citate, si è impossessata di tutta la Valle Olona (ieri sono cresciuti i casi a Castellanza e sempre in città sabato era morto un disabile, mentre anche Olgiate Olona ne ha ormai 13 e piange già due propri concittadini che non hanno resistito alle crisi respiratorie).
Gli ultimi giorni sono poi stati scanditi dalle segnalazioni di tamponi positivi che, uno dopo l’altro, hanno puntellato i quartieri di Gallarate e tutti i territori che conducono fino a Malpensa.
Più a Nord della provincia, invece, il virus sta mordendo meno, anche se ci sono comunità che hanno già pianto per i primi lutti e altre che gradualmente si inseriscono nell’elenco del contagio. L’inizio di questa settimana, insomma, servirà a capire se per il Varesotto la situazione sia ancora mediamente contenuta o se il peggio debba ancora arrivare.
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