GUARDIA DI FINANZA
Corruzione, tre arresti
Ordinanza di custodia cautelare eseguita dai militari: tra le ipotesi di reato anche peculato, riciclaggio, fatture false e truffa ai danni del Comune di Induno

Tre persone sono state arrestate dalla Guardia di finanza di Varese che ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare (due persone in carcere ed una agli arresti domiciliari) per corruzione, peculato, riciclaggio, reati in materia di appalti, fatture false e truffa ai danni del bilancio del Comune di Induno Olona.
Le misure restrittive in carcere riguardano un funzionario del Comune di Induno ed un agente di commercio varesino di un’impresa coinvolta, mentre la legale rappresentante di un’azienda di Varese è ai domiciliari.
Le indagini di polizia giudiziaria, condotte dalla Compagnia di Gaggiolo e coordinate dalla Procura di Varese - avviate a gennaio del 2019 - hanno messo in evidenza un articolato sistema corruttivo, attuato tra un pubblico funzionario ed alcuni imprenditori ai danni del Comune.
In particolare veniva accertato che il dipendente pubblico, in cambio di denaro o altre utilità (buoni per l’acquisto di viaggi all’estero, abbigliamento, prodotti hi-tech, attrezzatura per praticare l’equitazione ed una cuccia per il cane) per un totale di circa 110.000 euro, manipolava, sistematicamente, le gare e le procedure di appalto, assegnando, illecitamente, l’esecuzione dei lavori di manutenzione di opere pubbliche, truffando l’Ente locale.
Basti pensare, ad esempio, che, in un arco temporale di circa 18 mesi, sono emerse forniture per oltre 700 tonnellate di catrame per il rappezzo del manto stradale, pagate con denaro publico all’azienda fornitrice ma in realtà mai consegnate, cagionando al Comune un danno economico stimato pari a circa 160 mila euro.
Nel dettaglio il funzionario infedele, per non destare sospetti, era solito incontrare gli imprenditori conniventi all’interno degli spogliatoi in uso agli operai del Comune. In questi locali, al di fuori da sguardi indiscreti, veniva documentato il passaggio del denaro e dei beni richiesti, a fronte dell’illecita assegnazione dei lavori pubblici. In tale circostanza, venivano inoltre concordate le modalità relative alla predisposizione dei falsi documenti amministrativi e fiscali necessari sia per truffare il Comune che per riciclare il denaro delle mazzette, denaro che veniva accantonato mediante fittizi pagamenti di forniture di beni mai realizzate. Gli accertamenti consentivano di scoprire che, per far fronte all’illecito modus operandi, venivano utilizzate ad hoc 9 società “cartiere”, in quanto prive di una reale struttura aziendale ed imprenditoriale, società riconducibili a prestanomi ed utilizzate al solo fine di emettere false fatture.
er tale ragione, contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari, sono in corso decine di altre perquisizioni anche nelle stesse imprese coinvolte, che risultano aver emesso centinaia di migliaia di euro di fatture per operazioni inesistenti.
Complessivamente risultano indagate, a vario titolo, 26 persone.
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