L’INTERVISTA
Cosentino: «Con l’Autonomia vantaggi per tutti»
Il vice presidente del Consiglio regionale spiega la contrastata riforma. «Sulla sanità più risorse da utilizzare senza vincoli»

L’autonomia differenziata è per alcuni uno storico traguardo e uno strumento che darà più efficienza a livello nazionale e locale. Per altri invece una riforma da bloccare sul nascere, tanto che sono state già raggiunte le firme necessarie per il referendum abrogativo. Tra i sostenitori convinti, il varesino Giacomo Cosentino, vice presidente del Consiglio regionale, coordinatore di Lombardia Ideale. Autonomia, per il numero due del Pirellone, fa rima anche amministrativa con armonia.
Cosentino, vivace anzi aspro dibattito sull’autonomia differenziata. Ma non tutti ne conoscono i contenuti...
«La legge Calderoli definisce semplicemente le procedure per applicare la Costituzione che nel 2001 ha introdotto l’autonomia differenziata: la riforma è quella, e chi si oppone oggi dovrebbe ricordarsi di essere stato protagonista di quella scelta di più di vent’anni fa. Chi si oppone, si oppone alla Costituzione».
Subito all’attacco...
«Guardi, è bizzarro e anche triste che si contesti una legge di procedura che mette al centro dell’itinerario di applicazione il Parlamento. Una legge che ha avuto un iter lungo nelle Commissioni e in aula, dove maggioranza e opposizioni hanno potuto contribuire con i propri emendamenti a scriverla. E il presidente Mattarella ha messo la sua firma, che è garanzia per tutti».
Come si attua?
«La legge Calderoli stabilisce il percorso per la definizione degli accordi fra singola Regione e lo Stato con il coinvolgimento del Parlamento che prima non era previsto e, finalmente, traccia anche la strada per l’individuazione dei Lea (livelli essenziali di assistenza Ndr) che dal 2009 avrebbero dovuto essere introdotti. Questo è un altro merito».
Nord più ricco e Sud più povero?
Cosentino è perentorio. «Falso. Facciamoci una domanda: le differenze presenti nel Paese sono figlie dell’autonomia che non c’è ancora, oppure sono il frutto avvelenato di 70 anni di politiche centraliste e di amministrazioni inadeguate nelle regioni che oggi protestano? Nessuno risponde a questa domanda. Si preferisce lanciare slogan allarmistici ed imbastire, ormai da anni, una campagna mediatica pericolosissima che, questa sì, può dividere il Paese».
La Lombardia però...
«Regione Lombardia non chiede un euro in più, chiede di poter usare con maggiore rapidità e minori passaggi burocratici le risorse che già oggi lo Stato spende per esercitare servizi e funzioni che verrebbero trasferiti a noi. Credo che anche al Sud dovrebbero accettare la sfida dell’autonomia. Se farai bene sarai premiato, se farai male vai a casa senza alibi. Forse chi si oppone ha paura proprio di questo».
Per i cittadini quali vantaggi concreti?
«Uno su tutti: la semplificazione burocratica e lo snellimento delle procedure che possono essere svolte a livello regionale, senza attendere i passaggi continui fra Milano e Roma. Questo aiuta le amministrazioni locali, le aziende, i singoli cittadini. Avere una filiera più corta e più controllabile per l’assunzione delle decisioni è un vantaggio assoluto per tutto il sistema».
Faccia un esempio...
«Come sa, in questa fase si sta lavorando sulle materie non Lep (livelli essenziali di prestazione Ndr), come la Protezione civile. Poter dichiarare lo stato di calamità a seguito, ad esempio, di eventi idrogeologici di livello regionale consente di dare risposte molto più rapide alle richieste di indennizzo e ai primi interventi per alleviare i disagi di cittadini e attività produttive. Le sembra poco?»
E sulla sanità?
«Potremo utilizzare con maggiore rapidità e libertà le risorse senza i vincoli che oggi ci sono sul Fondo sanitario. È un bene o un male? Stesse risorse di oggi, non un euro in più. Però superando la spesa vincolata per silos, dove sei obbligato a spendere un tanto per l’edilizia sanitaria, un tanto per la farmaceutica, altro ancora per i medici. Non tutte le regioni hanno le stesse esigenze e con l’autonomia ogni Regione potrà adeguare i propri investimenti senza vincoli e rispondendo alle esigenze specifiche di ciascuno».
Gli enti locali sotto la Regione ne sono coinvolti?
«Ma certo. Regione Lombardia basa la propria attività sull’ascolto, il confronto e sulla forte collaborazione con i Comuni e con le Province, da sempre. Con l’autonomia questo principio di governo verrà valorizzato ancora di più. Siamo la Regione che ha sostenuto con investimenti miliardari i progetti dei Comuni attraverso il Piano Lombardia e tanto altro. E siamo anche, unica in Italia, la Regione che ha restituito competenze alle Province dopo che la legge Del Rio le aveva distrutte. Proseguiremo così, con più efficienza e rapidità: la Regione programma, legifera e controlla, gli enti locali amministrano per dare più servizi e migliori ai propri cittadini».
Provi un slogan finale...
«Stesse risorse, differenti esigenze, più efficienza nella spesa».
Il tema dell’autonomia verrà affrontato tra l’altro sabato a Milano nella terza assemblea di Lombardia Ideale (inizio ore 10 all’Hotel Ramada Plaza). Parteciperà anche il governatore Attilio Fontana.
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