AMBIENTE DA TUTELARE
Un parco fluviale sul Tresa
Svizzera e Italia ci credono. In Ticino parte la consultazione: qui flora e fauna molto rare

Da questa mattina il Dipartimento del territorio del Cantone Ticino, il ministero che controlla anche l’ambiente, ha avviato “la procedura di consultazione del Decreto di protezione delle golene della Tresa”.
La Tresa, o il Tresa come viene identificato il fiume per parte italiana perché è condiviso a metà - da Ponte Tresa a Luino - proprio con i ticinesi, è quindi oggetto da parte del Cantone e della Confederazione di protezione speciale.
A spiegarlo sono gli stessi funzionari della Sezione dello sviluppo territoriale del ministero ticinese. «La Tresa - dicono - costituisce l’unico corso d’acqua a flusso laminare del Cantone Ticino e ospita una zona golenale di importanza nazionale. Il comparto è costituito da un sistema fluviale dinamico, che per lunghi tratti conserva ancora la capacità di esprimersi liberamente e di plasmare il territorio che lo circonda. Queste condizioni permettono l’insediamento di una flora e di una fauna specializzate e rare, direttamente dipendenti dai fenomeni di inondazione e ristrutturazione che assicurano un’interazione tra gli ambienti acquatici e quelli terrestri.
In virtù dei contenuti presenti e dei disposti dell’Ordinanza federale sulle zone golenali, il Cantone è chiamato ad adottare adeguati provvedimenti di protezione e ad istituire formalmente la tutela di queste aree. Il Decreto di protezione si prefigge di conservare gli elementi ecologici indispensabili all’esistenza della fauna e della flora tipiche dell’ambiente, di favorire la dinamica naturale del regime delle acque e dei sedimenti, nonché di promuovere le attività umane di incidenza territoriale nel rispetto dei contenuti presenti, curando in particolare l’informazione e gli aspetti didattici».
In un linguaggio meno istituzionale, si potrebbe dire senza difficoltà che il Ticino intende porre lungo questo percorso una protezione tipica di quelle che si utilizzano per i parchi fluviali naturali, difendendolo da minacce “umane” e ambientali. Il documento da questa mattina è depositato nelle cancellerie comunali di Croglio e Monteggio fino al 13 settembre 2020, «affinché ogni ente o persona interessata possa esaminarlo ed esprimere eventuali osservazioni».
Questo non è un fiume qualunque, non lo è per gli svizzeri come per gli italiani. Basti pensare che cosa ha rappresentato durante l’epoca del contrabbando - questa era una della zone più controllate del nord Italia - o prima ancora durante la seconda guerra mondiale che ha visto il passaggio di numerosi ebrei e rifugiati politici che cercavano salvezza in Svizzera. Da qualche anno, proprio sulla Tresa, tramite progetti Interreg tra Lombardia e Ticino, sono state create anche scale di monta per i pesci, per permettere il passaggio della fauna ittica.
Sul lato italiano spesso si appostano fotografi naturalisti per la varietà di uccelli e la presenza di aironi appollaiati sui rami. A Cremenaga l’idea di un parco naturale stuzzica molto ed era già balenata tempo fa.
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