CUASSO
Ospedale vuoto, costi folli
Ogni anno “rosso” di 4 milioni per mantenere edifici semideserti

Spazi da grand hotel, attenzione e cure da clinica svizzera. Parco immenso, edifici in stile liberty (e più recenti) da fare invidia ai migliori alberghi. Spazi deserti. Un piano solo occupato in un palazzo immenso, un lungo corridoio sopraelevato che attraversa il bosco e si collega con la palazzina più moderna. Tre piani sopra quello dell’ingresso di cui due hanno il simbolo del divieto d’accesso anche sulla mascherina accanto all’ascensore.
Lo chiamano ospedale riabilitativo, è una cattedrale deserta della sanità.
A Cuasso al Monte sono una ventina le persone ricoverate, 29 i posti letto attivi. Per offrire i servizi ai degenti e ai cittadini che si rivolgono agli ambulatori, le casse dell’Asst Sette Laghi, ogni anno vanno in rosso di circa 4 milioni di euro. Costi e ricavi: segno negativo davanti.
La struttura centenaria è enorme, quasi impossibile isolare le varie parti. Il vecchio sanatorio viene scelto per la riabilitazione penumologica e neuromotoria, vi sono poi i cittadini della Valceresio che usufruiscono di vari servizi, dal prelievo del sangue alla radiologia, dall’ambulatorio fisiatrico a quello per la polisonnografia.
Detto così sembra un grande ospedale che pullula di gente, ma immaginate grandi edifici vuoti con alcuni punti attivi, come il Cup, il centro per la prenotazione delle prestazioni o la radiologia per esterni. Essere ricoverati qui per recuperare in salute è il posto migliore che si possa immaginare: tanto verde attorno, nessuno a disturbare, medici e personale a disposizione per un ristretto gruppo di selezionati pazienti. Perché poi devi avere qualche familiare che viene a trovarti e non tutti sono in grado di affrontare trasferte impegnative.
Oppure perché si punta a essere vicini a un ospedale con la rianimazione o quanto meno a una struttura con un pronto soccorso, se facendo i debiti scongiuri, la situazione della propria salute dovesse peggiorare all’improvviso.
Un ospedale così grande e così vuoto, comporta inevitabilmente costi di manutenzione impossibili da sostenere. Comporta, soprattutto, l’ammaloramento delle strutture, il lento e inesorabile degrado. I reparti chiusi sono in realtà raggiungibili scendendo le scale.
Lo spettacolo è quello che accomuna ogni edificio chiuso: scheletri di letti vicino a finestre con le tapparelle abbassate, arredi sopravvissuti al trasloco ma non all’incuria. Inevitabile, ma spaventoso. Sembra di entrare in un castello popolato solo dai fantasmi.
Di fondi se ne impiegano comunque parecchi e solo per il riscaldamento si parla di una somma che sfiora i sei zeri. I lavori di manutenzione, non solo ordinaria, sono partiti.
C’erano delle infiltrazioni che sono state tamponate, con la pulizia delle coperture piane: questo uno degli interventi più recenti disposti dall’Asst Sette Laghi.
Sono stati attuati anche altri lavori di manutenzione. Prima di giungere agli edifici soltanto in parte occupati, ci si imbatte in costruzioni degradate da tempo, come quella vicino all’area di parcheggio: uno splendido edificio con portico coperto e vetrata in stile Liberty, totalmente abbandonato.
Il parco è bellissimo. Vi sono però grandi alberi abbattuti e sradicati, subito dopo l’ingresso e la portineria, lungo la strada fatta di cubetti di porfido che porta verso il complesso ospedaliero. Dall’inizio di settembre si è proceduto a tagliare l’erba in tutte le aree vicino ai padiglioni. Sono state avviate anche le procedure per riuscire a portare via i grandi tronchi abbattuti e per mettere in sicurezza i percorsi vicino al bosco.
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