LA DENUNCIA
Da Ibiza a Malpensa, «abbandonati senza assistenza»
Tilt informatico: l’odissea di 13 gallaratesi lasciati a terra da easyJet

Gli ultimi bagni, qualche momento di relax rubato all’imminente ritorno a casa, un paio di souvenir da acquistare in fretta, la valigia da riempire con i vestiti stropicciati dopo una settimana di vacanza. Stavano passando così la mattinata Federico, la sua e altre due famiglie - un gruppo di amici di Gallarate - lunedì scorso, quando un messaggio di easyJet con la quale sarebbero dovuti volare per tornare a Malpensa da Ibiza li ha avvertiti che il loro aereo delle 23 di quella sera avrebbe subito ritardo. Armati di pazienza e abituati a viaggiare i 13 vacanzieri gallaratesi - adulti e bambini - si sono messi il cuore in pace e hanno raggiunto ugualmente l’aeroporto dell’isola turistica all’ora stabilita non immaginando però che piega avrebbe preso il loro ritorno a casa.
«Un’odissea sfiancante e costosissima», afferma Federico, professionista di 54 anni. «Alle 21 abbiamo fatto il check-in, caricato i bagagli e ci siamo messi in attesa, anche se sapevamo che saremmo partiti in ritardo. Invece è andata peggio: alle 22.50 ci hanno avvertito che il volo era stato cancellato. Ma la grande delusione è che nessuno degli addetti del vettore inglese ci ha saputo dire nulla, tanto meno dare indicazione sul da farsi o alternative». A quell’ora voli per l’Italia non ce n’erano più, così come nei due giorni successivi. «Siamo stati abbandonati, senza informazioni e tanto meno assistenza, neanche per i bambini piccoli», prosegue il gallaratese. «L’unica cosa che una dipendente di easyJet ci ha detto da dietro un vetro dello sportello, parlando un velocissimo spagnolo, è che saremmo stati rimborsati per le spese dell’hotel (massimo quattro stelle: questo l’unico limite posto), dei mezzi per partire, degli eventuali pasti. Alle nostre proteste si è anche messa a ridere e ha applaudito ironicamente».
Che fare allora a notte fonda? «Ci siamo messi a cercare un albergo. La mia famiglia e quelle degli amici con noi hanno trovato posto. Un vero salasso però: per qualche ora di sonno ci hanno spillato 1.500 euro a camera. Non so come abbiano risolto tutti gli altri passeggeri del volo che era pieno».
Arrivato il giorno seguente, l’unico modo che il gruppetto ha trovato per lasciare l’isola delle Baleari è stato prendendo un traghetto per Barcellona: dopo una traversata di nove ore ha pernottato nella città della Catalogna.
IL GUASTO INFORMATICO A LONDRA
«Nel frattempo, leggendo in internet, siamo venuti a conoscenza del problema informatico al sistema aereo del Regno Unito che ha bloccato l’Europa. Nulla da dire, cose che capitano, ma è l’atteggiamento della compagnia aerea ad averci lasciato davvero basiti. Abbiamo saputo di gente che ha dormito in aeroporto a Ibiza, che ha trovato voli con scali anche di otto ore in Romania o a Ginevra», prosegue Federico. Dopo aver passato la notte a Barcellona, gli esausti vacanzieri hanno trovato, navigando in rete, un volo della Singapore Airlines che avrebbe fatto scalo a Malpensa per poi proseguire per qualche meta asiatica.
UN VERO E PROPRIO SALASSO
Alla fine della disavventura i 13 gallaratesi sono arrivati a casa alle 14 di mercoledì. Costo del disguido: la famiglia di Federico ha speso 3.200 euro (compresi alberghi di ripiego, nave per Barcellona e pasti extra) più il prezzo del biglietto dell’easyJet cancellato (500 euro). «Abbiamo fatto domanda per il rimborso: staremo a vedere», conclude il 54enne. Sottolineando un ultimo, ma non secondario particolare: tra i numerosi passeggeri lasciati a terra da easyJet c’era anche chi, essendo la fine del mese, aveva esaurito il massimale della carta di credito e quindi non avrebbe - e non ha - potuto prendere un altro aereo. Né una stanza d’albergo.
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