L’INAUGURAZIONE
Da Varese per rilanciare Alpinia
Il giardino di Stresa riqualificato da esperti in botanica. Quattro ettari con vista sul Golfo Borromeo, 1.550 specie di piante e un microclima unico

Taglio del nastro del nuovo percorso per disabili e area pic-nic all’interno del giardino Alpina di Stresa, a tre chilometri da Gignese. Tra i factotum che hanno contributo alla catalogazione delle oltre 1.500 specie di piante e alla sistemazione del parco, insieme al gestore Ivan Soldani, ci sono i docenti della Università dell’Insubria, esperti in botanica, Bruno Cerabolini e Michele Dalle Fratte, entrambi di Varese. Cerabolini era anche tra i relatori del convegno di esperti con Fabrizio Bottelli, direttore del Giardino di Oropa, ed Emanuela Orsi Borio, agronoma e curatrice dei parchi Fai, che si tenuto sabato pomeriggio – 21 giugno – nel giardino.
«UN VERO ORTO BOTANICO»
Cerabolini ha illustrato agli ospiti le bellezze del parco: «Qui ci sono più di 1.500 specie, molte autoctone. Tra queste, sequoie, abeti, orchidee, varie varietà di felci, alcune rare. Qui si possono trovare anche quattro specie di formiche, insetti che si cibano dei semi e poi trasportano altrove gli stessi. C’è anche un’area umida di pregio. Noi abbiamo riordinato, ripulito e sistemato il parco che merita di essere visitato perché è un vero orto botanico».
UN MICROCLIMA UNICO
Il Giardino si estende per circa quattro ettari sulla cima di un promontorio che sovrasta il Golfo Borromeo alla quota di 800 metri sul livello del mare. Grazie alla posizione privilegiata di cui gode, offre al visitatore un ameno panorama che spazia fino alle Alpi svizzere, permettendo di ammirare tutto il ramo svizzero del Lago Maggiore e le tre isole del golfo Borromeo: Isola Bella, Isola Madre, Isola dei Pescatori (o Isola Superiore). La zona su cui sorge è caratterizzata da un particolare microclima che mantiene la temperatura più fresca nei mesi estivi con un’umidità inferiore rispetto alle zone circostanti; in inverno si copre facilmente di neve consentendo alle piantine di sopravvivere alla stagione fredda protette dalla coltre bianca. Rilevante è anche la presenza di una fonte d’acqua oligominerale molto apprezzata. Il giardino fu fondato nel 1934 da Igino Ambrosini e si chiamò fino al 1946 “Duxia” in onore di Mussolini ed è uno dei primi esempi di giardino botanico in Italia.
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