IN TRIBUNALE
Mazze e passamontagna per rapinare le poste di Castronno
Sotto processo a Varese tre uomini, partiti dalla Calabria, che misero a segno un colpo da 40mila euro

Rapinatori in trasferta dalla Calabria al Varesotto per fare un colpo da 40mila euro alle Poste di Castronno, il 31 marzo del 2018, con la collaborazione di un basista del posto. La banda è stata incastrata grazie alle intercettazioni dei carabinieri di Paola che stavano effettuando una più vasta indagine per associazione a delinquere e che ascoltarono tre calabresi mettersi d'accordo sulle modalità del colpo e la successiva spartizione del bottino.
Per quella rapina ora i tre, di età compresa tra 42 e 67 anni (difesi dagli avvocati Martina Zanzi e Francesca Panajia) sono sotto processo a Varese davanti al collegio, mentre un quarto complice - la cui posizione era stata stralciata - è stato assolto in primo e secondo grado.
PASSAMONTAGNA E ABITI SCURI
Martedì 12 aprile sono stati ascoltati il direttore e le impiegate dell'ufficio postale. «Erano le otto, dovevamo ancora aprire al pubblico. Ho sentito la mia collega urlare "Oddio, ci stanno rapinando!". Poi ho visto tre figure mascherate entrare nella hall con delle mazze con cui hanno spaccato il vetro antisfondamento. Abbiamo fatto scattare l'allarme e ci siano rifugiati in bagno». Nel frattempo i banditi - «Avevano il passamontagna e abiti scuri», hanno riferito le dipendenti della posta - si sono impossessati della busta con i soldi appena consegnati dal portavalori per il pagamento delle pensioni e poi sono scappati. Fuori li aspettava un complice in auto.
LA TESTIMONE CHIAVE
Ma nella fuga i tre si sono imbattuti in una testimone che si è annotata la targa della macchina e poi ha riconosciuto colui che era al volante. E che in aula ha confermato tutto. Grazie alle sue indicazioni, i carabinieri di Carnago sono risaliti a un noto pregiudicato locale, fermato due giorni prima a Orvieto con due conterranei mentre saliva verso nord. A quel punto le indagini dei militari varesini si incrociano con quelle dei colleghi calabresi. I tabulati e le intercettazioni telefoniche e ambientali, insieme con le immagini di diversi varchi stradali del Varesotto, hanno ricostruito i movimenti dei tre imputati tra la Calabria e Castronno nei giorni della rapina. I tre imputati respingono comunque le accuse. Il processo continuerà a maggio.
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