LO SFOGO SUI SOCIAL
Mensa dei poveri, definitiva l’assoluzione di Palumbo: «È stato un calvario»
L’ex consigliere comunale di Cassano Magnago si rivolge dal suo profilo a chi lo ha attaccato negli anni del processo

«Dopo cinque lunghissimi anni di assenza dai social, torno a scrivere un post personale. Comincia così il messaggio che Angelo Palumbo, già consigliere comunale a Cassano Magnago e già consigliere regionale per Forza Italia, assolto nel processo Mensa dei Poveri, ha scritto nella giornata di oggi, mercoledì 13 marzo.
«SCRITTA FINALMENTE LA PAROLA FINE»
«La sentenza di assoluzione che mi riguarda, emessa a ottobre dello scorso anno, a partire da oggi è finalmente diventata definitiva. Anche la Procura ha capito la forza delle motivazioni dei Giudici che mi hanno assolto “con formula piena perché il fatto non sussiste” e non ha presentato ricorso in appello, ha scritto Palumbo. «Sul mio calvario personale, fatto a mio giudizio di troppe sofferenze e ingiustizie, posso finalmente scrivere la parola “fine”.
L’ex consigliere ha voluto ringraziare quanti gli sono stati vicini e denuncia i tempi lunghi della giustizia e la gogna social. «Cinque anni sono davvero tanti e nulla e nessuno potrà mai ripagarmi per questo pezzo di vita sottratto alla normalità, tanto a me, quanto a coloro che mi vogliono bene. Non provo odio per i magistrati. È il loro lavoro. Di certo però provo rammarico per lo stato della giustizia nel nostro Paese. Le indagini le posso accettare, ma il mal funzionamento dei filtri intermedi e le incredibili lungaggini non li accetto, ha scritto.
«LE PAROLE FERISCONO PIÙ DEGLI SCHIAFFI»
Il periodo in cui la giustizia fa il suo corso, ha aggiunto, «per chi è direttamente interessato è una sofferenza protratta per tempi abnormi e con carichi di preoccupazioni e sofferenze immense. Poi, rivolto a quelli che chiama gli «sfigati da tastiera: «Dato che ciò che è accaduto a me può accadere anche ad altri, la prossima volta ricordatevi di collegare il cervello prima di scrivere e, se vi avanza un briciolo di umanità, ricordatevi che le parole feriscono più degli schiaffi, tanto un indagato (che è innocente fino a prova contraria!) quanto i suoi cari. E soprattutto, quando arriva un’assoluzione, abbiate il coraggio di chiedere scusa, ha postato Palumbo.
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