L’OMICIDIO
Delitto Bossi: Andrea colpito con una pentola
Ieri in Corte d’Assise depositate le intercettazioni in carcere. Caglioni: «Ho toccato la pentola quando Douglas mi ha alzato da terra»

«Ma non il posacenere, è più probabile che abbiamo usato la pentola per stordirlo, scusami, c’era la pentola per terra». È il 10 aprile del 2024, Michele Caglioni è nella sala colloqui del carcere di Busto Arsizio con il padre e la madre. Commentano le notizie apparse sul giornale, i dettagli dell’omicidio di Andrea Bossi. L’attenzione si concentra sulla pentola rinvenuta il 27 gennaio accanto al cadavere del ventiseienne. «Per quello che ti ha fatto pulire la pentola?» chiede il papà alludendo a Douglas Carolo, coimputato di Michele in corte d’assise. «No, non me l’ha fatta pulire. L’ho toccata quando... mi ha alzato perché ero per terra, l’ho toccata...». È uno dei passaggi più delicati delle intercettazioni ambientali che da ieri sono nel fascicolo dibattimentale.
NUOVI SCENARI
Quella frase - che certo dovrà essere contestualizzata e la cui attendibilità dovrà essere appurata - apre qualche fessura sulla dinamica del delitto, che per ora è oscura. Perché Michele era sul pavimento? Perché Douglas l’avrebbe alzato da terra? Bossi in quel momento era ancora in vita?
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