IL CASO
Delitto al motel, nuove accuse
Appropriazione indebita: conti bloccati all'imputato. Sì alla trascrizione delle intercettazioni telefoniche con moglie e madre
In attesa di conoscere il responso dello psichiatra Nicola Poloni, che in questi giorni sta sottoponendo a perizia l'assassino del motel di Olgiate, la squadra mobile della questura di Lodi ha inferto l'ulteriore stangata ad Andrea Pizzocolo, il ragioniere che il 7 settembre 2013 strangolò la prostituta diciottenne Lavinia Aiolaiei e abusò del suo cadavere: la polizia ha infatti eseguito il sequestro preventivo dei conti correnti intestati a Pizzocolo.
Si tratta delle somme depositate su rapporti bancari di Intesa San Paolo, filiale di Pero, e We Bank di Milano e sono state versate nel fondo unico di giustizia in vista della sentenza, destinate poi a un'eventuale confisca.
A disporre il provvedimento è stato il gip di Milano, all'esito delle indagini sull'appropriazione indebita di denaro denunciata dalla ditta di cui il ragioniere era contabile: 350 mila euro di presunto ammanco.
Quella cifra, fanno sapere gli inquirenti, sarà posta a garanzia di un risarcimento alla famiglia della diciottenne uccisa, costituita parte civile.
E proprio intorno alla questione economica ruota la richiesta avanzata dalla parte civile, rappresentata dagli avvocati Tiziana Bertoli e Simone Facchinetti: quella di trascrivere le intercettazioni ambientali captate tra l'imputato - che è difeso dall'avvocato Vincenzo Lepre - la moglie Jane e la madre nel periodo subito dopo l'arresto, tra il 25 settembre e il 9 ottobre. Perché a quanto pare Pizzocolo e le donne di casa si sarebbero preoccupati solo ed esclusivamente dei risvolti monetari della vicenda, delle difficoltà che avrebbero dovuto affrontare derivanti dall'iter processuale senza mai fare cenno al terribile delitto, come fosse una questione del tutto marginale. L'istanza è stata accolta.
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