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Diletta Leotta:"Volevo diventare miss Italia leggendo una poesia"
"Ma i giudici preferivano farmi ballare"

Roma, 12 set. (askanews) - "Nel 2009 non ero ancora maggiorenne. Scelsi di partecipare alle selezioni di Miss Italia perché, come molte ragazze della mia età, pensavo che potesse trasformarsi in un trampolino di lancio, una prima occasione importante per farmi notare e dare inizio al mio percorso nel mondo del giornalismo e dello spettacolo". Diletta Leotta, racconta i suoi trascorsi a Miss Italia, concorso di cui sarà conduttrice su La7, a Oggi nel numero in edicola domani.
E spiega: "La prova consisteva in una breve sfilata, accompagnata da un tappeto musicale, che avrebbe dovuto trasformarsi, nel finale, in un piccolo balletto
Non credo proprio di essere portata per la danza. All'epoca la cosa mi metteva alquanto in imbarazzo. Speravo che, recitando una poesia, mi avrebbero fatto comunque i complimenti. Le dico solo che davanti ai giudici mi misi a declamare in inglese un testo di Emily Dickinson. Diciamo che era uno strano inglese declinato alla siciliana. I giudici erano attoniti, immagino che dopo si fecero delle grasse risate. Sta di fatto che qualche ora dopo, quando ci chiamarono per dirci chi era passata e chi no, il mio numero, il 16, non venne pronunciato". D'obbligo una domanda sulla sua bellezza: "Le assicuro, però, che, se il contenitore è vuoto, non si va lontani. Bisogna studiare, prepararsi, avere disciplina, non smettere mai di imparare ed essere sempre curiosi. La bellezza è un vantaggio, ma non basta".
E richiesta di indicare un pregio dice: "Credo di essere simpatica. A me le battute che faccio fanno ridere".
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