IL CASO
Don Ruggero Conti in carcere
Dopo che la Cassazione ha confermato la condanna d’Appello: il sacerdote legnanese dovrà scontare 11 anni, 10 mesi e 19 giorni

Nel 2008 era stato a Regina Coeli per qualche mese, poi,venute meno le esigenze di carcerazione preventiva, aveva seguito i tre gradi di giudizio da uomo libero. Undici mesi dopo la sentenza con cui la Corte di Cassazione ha certificato la regolarità del processo, venerdì 5 don Ruggero Conti è tornato in prigione: tra un rinvio e l’altro il dispositivo di esecuzione della sentenza emessa nel 2013 dalla Corte d’Appello di Roma era stato trasmesso tre giorni fa, ieri l’altro i carabinieri della Compagnia Tuscania erano andati ad arrestare il sacerdote e lo avevano portato in un istituto religioso protetto. Poi il trasferimento in carcere, dove in base alla sentenza dovrà restare per un totale di 11 anni, 10 mesi e 19 giorni.
Al legnanese don Ruggero Conti, condannato a Roma per il reato di pedofilia nei confronti di sette ragazzi (uno dei quali ancora minorenne), tutto sommato è già andata bene: nel processo di primo grado, celebrato nel 2011, il pm della Procura di Roma Francesco Scavo aveva chiesto una condanna a 18 anni. Allora il processo si era chiuso con una condanna a 15 anni e 4 mesi, due anni dopo in appello era arrivato lo sconto. Non perché la Corte avesse giudicato eccessiva la pena inflitta in primo grado, ma solo perché nel frattempo per uno degli episodi contestati erano scattati i termini della prescrizione. Gli avvocati di don Ruggero comunque non si erano dati per vinti, e avevano presentato ricorso in Cassazione. La sentenza della Suprema Corte era arrivata nel marzo 2015: il processo era stato regolare, nessun dubbio o vizio di forma. A quel punto non c’era più fretta, non c’era pericolo che l’intero processo finisse in nulla per l’intervenuta prescrizione dell’ultimo reato (prevista per il 2018). Tra l’altro don Ruggero, che oggi ha 63 anni, è molto malato: nessun pericolo di fuga, per mettere la parola fine a questa bruttissima storia la Corte d’Appello si è presa tutto il tempo.
Gli avvocati di don Ruggero l’avevano annunciato da tempo, ora la battaglia continua per cercare di dimostrare che le condizioni di salute del sacerdote (sospeso a divinis nel 2011) sono incompatibili con il regime carcerario. Ma questa è tutta un’altra storia.
L’arresto di don Ruggero Conti mette la parola fine a un procedimento penale che aveva profondamente scosso la città di Legnano. Durante il processo di primo grado, a Roma erano stati chiamati a testimoniare anche diversi legnanesi che negli anni Ottanta da ragazzi avevano frequentato l’oratorio di San Magno. Benché gli episodi fossero prescritti da tempo, la città si era spaccata in due: chi sosteneva che anche prima di diventare sacerdote Ruggero Conti avesse sempre avuto un atteggiamento ambiguo, e chi invece lo difendeva senza riserve.
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