LA CERIMONIA
Don Vittorione, un sant'uomo
Domenica 7 dicembre si commemora il ventennale della morte di Vittorio Pastori: la sua associazione ha donato a Papa Francesco il millesimo pozzo realizzato in Uganda. Lunedì concerto alla Motta

Promossa dal Club Robur-Oratoriani e dalla Commissione Missionaria Decanale di Varese, in collaborazione con il Comune, domenica 7 dicembre alle 16.30 in Sala Montanari (largo Bersaglieri) sarà rievocata la figura di don Vittorio Pastori in occasione del ventesimo anniversario della sua scomparsa.
L'opera di Don Vittorione, in Uganda tutt'ora in continua espansione attraverso l'Associazione "Africa Mission Cooperazione e Sviluppo" da lui fondata, sarà illustrata con il supporto del film documentario Africa Mission del regista Tomaso Pessina.
A Varese, sua città natale, don Vittorio Pastori è ricordato a anche come imprenditore nel campo della ristorazione dove operò dal 1954 al 1968.
Trasferitosi a Piacenza nel 1969, al servizio del vescovo monsignor Enrico Mafredini (prevosto di Varese dal 1963 al 1969), iniziò la sua avventura a favore dei poveri soprattutto del Continente africano e in particolare in Uganda. Le spoglie di Don Vittorione riposano nel piccolo cimitero della Rasa.
All'incontro di domenica 7 dicembre saranno presenti i dirigenti del Movimento Missionario di Piacenza.
A Don Vittorione sarà inoltre dedicato il concerto in programma lunedì 8 nella chiesa di Sant'Antonio alla Motta, che avrà inizio alle ore 16 e di cui sarà protagonista il Coro Pieve del Seprio di Castronno, diretto dal maestro Matteo Magistrali.
di Angelo Monti
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A Varese, ove era nato il 15 aprile 1926, Vittorio Pastori fu sempre legato da profondi rapporti di amicizia, sia nell'ambito socio-imprenditoriale, sia negli organismi della comunità ecclesiale. Segni significativi di riconoscenza della città nei suoi confronti sono l'attribuzione della "Girometta d'Oro" nel 1981 e il conferimento di medaglia d'oro da parte del Comune di Varese nel 1984.
La sua esuberanza fisica rispecchiava, per così dire, il suo animo generoso, non mai acquiescente di fronte ad ostacoli burocratici o a problemi finanziari e sempre proiettato a superare le difficoltà con lo scopo di promuovere iniziative di umana solidarietà, soprattutto a favore dei più bisognosi.
Negli anni giovanili dopo diversificate esperienze lavorative e l'impegno partigiano a favore degli ebrei e dei perseguitati antifascisti - per cui fu costretto a rifugiarsi in Svizzera - si dedicò in organismi educativi a favore dei giovani che avevano subito conseguenze dolorose a causa della guerra.
Nel 1954 decise di intraprendere l'attività di ristoratore (Ristorante "Da Vittorio") nella quale espresse, con spiccata capacità professionale, le sue doti imprenditoriali di riconosciuta eccellenza.
La sua capacità dimostrata nell'organizzazione della "trasferta" a Roma, nel settembre 1966 in occasione del 150° anniversario dell'elevazione di Varese al rango di città, che vide oltre novecento varesini, con il prevosto monsignor Enrico Manfredini e con il sindaco Mario Ossola, ricevuti in Vaticano da Papa Paolo VI e al Quirinale dal presidente della Repubblica Giuseppe Saragat, suggerì al prevosto Manfredini di affidare a Vittorio Pastori incombenze di rilevanza economica presso la Prepositura di San Vittore.
L'amicizia collaborativa con il prevosto indusse il Vittorione a lasciare definitivamente l'attività di ristoratore e a mettersi a disposizione di monsignor Manfredini allorché nel 1969 fu nominato vescovo di Piacenza.
A Piacenza iniziò la sua "avventura" a favore dei poveri.
Avendo conosciuto tramite monsignor Manfredini alcuni vescovi africani egli visitò il Kenya, la Tanzania, l'Uganda e altri paesi del Continente Subsahariano, rimanendo profondamente colpito dalle condizioni miserevoli di vita delle popolazioni locali e, positivamente ammirato dal lavoro impegnativo che lì veniva svolto dalla Chiesa cattolica e dai suoi operatori (missionari, suore, medici, volontari).
L'Associazione "Africa Mission" e la Ong-Onlus "Cooperazione e Sviluppo", da lui fondate a Piacenza, sono tuttora organismi propulsivi di iniziative coinvolgenti il volontariato di centinaia di persone, di ogni età e delle più differenziate professionalità, proiettate a promuovere la cristiana solidarietà secondo la stimolante espressione che Vittorio era solito ripetere: «Chi ha fame, ha fame subito! - Chi ha sete, ha sete ora! - Chi soffre, soffre adesso!».
Nel contempo la vocazione al sacerdozio, che Vittorio fin da giovane percepiva, ebbe lentamente a realizzarsi: l'ugandese monsignor Cipriano Kihngire, vescovo di Gulu, lo ordinò diacono nel 1976 e, successivamente, presiedette la sua ordinazione sacerdotale (al Palasport di Varese) il 15 settembre 1984.
Ben 147 furono i viaggi che il "Vittorione" effettuò nel continente africano con l'ansia di aiutare materialmente e spiritualmente quelle popolazioni, facendo conoscere le loro condizioni disumane di vita e di lavoro agli italiani e nel contempo fornendo mezzi finanziari e di natura (aratri, trattori, strumenti meccanici, agricoli e sanitari) e promuovendo la trivellazione di pozzi nella regione del Karamoja assai carente di risorse idriche.
Alla sua morte, nel 1994, i pozzi erano 500 ed oggi sono raddoppiati.
Mercoledì 3 dicembre a Roma duecento rappresentanti del Movimento "Africa Mission - Cooperazione e Sviluppo", presenti il sindaco di Piacenza Paolo Dosi e il vescovo di Moroto Damiano Guzzetti, in ricordo di Don Vittorione, hanno incontrato Papa Francesco e, simbolicamente, gli hanno "donato" il millesimo pozzo recentemente realizzato in Uganda.
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