SANREMO
«Dopo il Festival? In tour con un Police»
Intervista a Vittorio Cosma. «Orgoglioso di lavorare con Fausto e Francesca». Appello al sindaco di Varese

Abbiamo raccontato di lui nei giorni scorsi ma non potevamo resistere alla tentazione di incontrarlo dal vivo qui a Sanremo.
Parliamo del maestro Vittorio Cosma, che al Festival dirige i Coma_Cose.
Da quest’intervista nasce spontaneo anche un appello per il sindaco di Varese - «riportiamo la grande musica nel cuore della città, magari con un festival su quello che si teneva anni fa» - ma prima di tutto chiediamo al maestro Cosma come sta andando l’esperienza in questa edizione della kermesse musicale.
Come sta andando?
«Con i Coma_Cose è sempre un bel Sanremo - confida Cosma -. Prima di tutto m’inorgoglisce perché sono veri autori, insieme ai Mamakass, che non vengono spesso nominati ma che sono l’altra metà dei Coma_Cose e scrivono insieme con Fausto e Francesca. Mi inorgoglisce perché sono intelligenti nel loro modo di scrivere musica e scrivere parole. E poi sono sinceri».
Effettivamente L’Addio, il loro brano, si è collocato nei primi posti della classifica e ora dovrà conquistare anche la giuria demoscopica e il televoto».
La canzone appare quasi rivoluzionaria nel parlare di ricostruzione dopo una crisi di relazione, considerando lo scenario attuale con i grandi echi della guerra e i piccoli gesti di distruzione come quello di Blanco.
«C’è questo elemento, sicuramente - sorride Cosma -. La parola rivoluzione mi sembra eccessiva. Diciamo che mi viene da citare il buon vecchio amico Finardi quando dice le strofe languide di tutti quei cantanti con le facce da bambini e con i loro cuori infranti. Mi sembra ci sia un eccesso di cantare l’amore in maniera un po’ adolescenziale, anche un po’ banale. Invece cantare storie e sentimenti che non sono quelli usuali con grande sincerità e soprattutto parlare del riparare le ferite mi sembra un buon segno».
Tornando alla leggerezza che il Festival sa regalare, siamo curiosi di scoprire qualche aneddoto curioso che il maestro Cosma ha vissuto in questi giorni.
«La cosa divertente è guardare prima o dopo il festival con qualcuno dei protagonisti. L’altra sera ero con gli Eugenio in via di Gioia e Valeria Marini, all’hotel Londra. Mentre Valeria Marini telefonava a Fiorello che era in diretta, noi la riprendevamo e la postavamo sui social. Uno si deve adattare a questa specie di luna park costante».
Una curiosità musicale: i Coma_Cose nascono negli ambienti Indie-pop e oggi sono sotto una grande etichetta, uno speranzoso dubbio sorge spontaneo: che le Major abbiano capito dove trovare l’ispirazione per tornare a una vera musica di qualità?
«Sono molto felice di quest’ottimismo - il sorriso di Cosma si fa ancora più ampio -. Sono contento che le Major siano attente anche a queste cose, ma non so quanto sia la loro missione. Mi sembra che con un grande investimento sul main stream, capiscono che ogni tanto ci sia bisogno anche di un contenuto che fa catalogo e magari serve a fare un po’ da traino agli artisti che vendono».
Quali sono i suoi progetti dopo il Festival?
«Quest’estate sono stato invitato da Steward Copeland (uno dei fondatori dei Police nonché loro batterista) che è venuto anche a Comerio. Mi ha invitato a suonare con lui nei dieci concerti che farà in Italia con l’orchestra e suoneremo i pezzi dei Police. Grandi successi in posti meravigliosi come Taormina, l’Umbria Jazz. Sarà una bella gita con un mio amico e forse riuscirò a coinvolgere un altro amico di Elio e le Storie Tese».
Purtroppo il tour non toccherà Varese ma forse arriverà a Milano e da qui nasce l’appello di Cosma al sindaco Davide Galimberti.
«Bisognerebbe rifare il Festival dei Giardini Estensi».
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