LA SCOMPARSA
Il cantico di Francesco: idee e valori del Papa della pace
La rappacificazione tra i popoli in guerra è stata la sua missione costante. Ha saputo resistere alle pressioni di chi lo voleva “più curiale”

E’ morto il Papa della pace. Si, certo, consumato dalla malattia ai polmoni, ultima e decisiva d’una serie che lo tormentava da tempo. Ma le parole, i gesti, gli incoraggiamenti, gli appelli, le preghiere per la rappacificazione tra i popoli in guerra, lanciati urbi et orbi fino all’ultimo istante, fino all’ultimo respiro e contro ogni logica del mondo, con una tenacia e determinazione che nessun altro leader mondiale ha avuto il coraggio di manifestare, abbiamo ragione di credere che l’abbiano consumato. Letteralmente.
RESISTENTE ALLE PRESSIONI
Papa Francesco di nome e di fatto, capace di resistere alle pressioni di chi, anzitutto dentro la Chiesa, lo voleva meno “rivoluzionario” e più “curiale” se così possiamo dire, meno aperto ai cambiamenti e più ligio ai canoni della tradizione. Ma il Papa “venuto da lontano”, come disse nel suo primo discorso da pontefice quasi dodici anni fa, non poteva essere “come gli altri”, per quanto fin da papa Giovanni XXIII e dal Concilio Vaticano II la Chiesa abbia cominciato a smettere i panni della seriosità e del tradizionalismo fini a sé stessi.
LE RADICI PIEMONTESI, LE ORIGINI POPOLARI
Papa Bergoglio, radici piemontesi di migranti oltreoceano in cerca di fortuna e natali umili in un’Argentina di poteri forti e di gente senza poteri, di violenze politiche e di povertà diffusa, non poteva essere “come gli altri”. Troppo forti le origini popolari, troppo piena la sua esistenza di gente emarginata, sfruttata, violentata nei diritti fondamentali. E’ così che, per chi crede, lo Spirito Santo ha soffiato come ha voluto, secondo canoni che non sono di questo mondo, in quel pomeriggio di marzo dentro lo scrigno ineguagliabile di arte e fede che è la Cappella Sistina.
L’ADDIO DOPO LA RESURREZIONE
Papa Francesco ci ha lasciati il giorno seguente la Resurrezione, segno supremo di potenza divina e contraddizione umana, quasi a voler chiudere un cerchio che tutto comprende e a tutto dà significato. “Laudato si’ mi’ Signore per sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò scappare: guai a quelli che morrano ne le peccata mortali; beati quelli che trovarà ne le tue santissime voluntati, ka la morte secunda no ‘l farrà male”: così san Francesco nel Cantico delle Creature. Così per papa Francesco nella sua ultima apparizione terrena. Questa sera in tante chiese si pregherà per lui. Così anche a Varese, basilica di San Vittore, ore 20 e 30.
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