MOBILITÀ DEL FUTURO
«Ecco l’auto volante»: dalla Svezia a Busto in viaggio sul drone
Il velivolo monoposto sarà prodotto in Italia. Il fondatore di Eolo, Luca Spada, nella startup Jetson: già 400 ordini

«Order your Jetson One». L’invito è allettante: pregasi cliccare sull’apposita icona e digitare i dati della propria carta di credito. Più semplice che ordinare la spesa a domicilio. I tempi cambiano ed ecco che per acquistare una «car for the sky», ovvero un’auto volante elettrica in alluminio e fibra di carbonio, non c’è bisogno di entrare in una concessionaria né indugiare sui modelli e confrontare i prezzi, ma basta andare sul sito della Jetson, la start up fondata nel 2017 dallo svedese Peter Ternström, 50 anni, e dal polacco Tomasz Patan, 38 anni, due imprenditori visionari. È più o meno questo l’iter online che quattro anni fa in tempi di pandemia da Covid-19 seguì il bustocco Luca Spada, fondatore e presidente esecutivo di Eolo.
«All’epoca avevo guardato un video su YouTube, erano i primi voli con la scocca numero 1 e mi era scesa letteralmente la mascella», racconta ora l’imprenditore descrivendo lo stupore di quel giorno: «Era un oggetto stratosferico e superdivertente. Mi sono poi informato sul sito e l’ho prenotato». Pronti, via. Dall’acquisto “per diletto” all’investimento “per affari” il passo è stato breve, anzi brevissimo: «Dopo essermi fatto spiegare il progetto di persona da Peter Ternströmcon, ho fatto i miei conti e ho messo la mia parte di capitale nella società. E sono entrato, unico italiano, nel Consiglio d’amministrazione».
LE SPECIFICHE DI JETSON ONE
Che la “visione” di Spada fosse chiarissima lo dimostra il numero di Jetson One già ordinati in tutto il mondo: quasi 400. Breve descrizione dell’«oggetto stratosferico»: facile da pilotare, il velivolo è mosso da otto motori elettrici con un’autonomia fra i 20 e i 25 minuti e raggiunge la velocità massima di 102 chilometri l’ora. “Piegando” le ali ha lo spessore di una motocicletta e può essere riposto nel bagagliaio di una monovolume. Può alzarsi in volo anche senza pilota, radiocomandato, per trasportare da un punto all’altro un carico di 90 chili. Costo: 128mila dollari.
AL VIA LA PRODUZIONE IN ITALIA
Tutti i Jetson One verranno prodotti in Italia, in Toscana, poi, chi lo sa, potrebbero aprirsi opportunità anche nella “Provincia con le ali”. Per ora l’unico elemento di varesinità in quest’avventura imprenditoriale è la presenza di “Mister Eolo”, che viene ritenuta determinante dai fondatori anche per sciogliere i nodi burocratici. «Peter è svedese, Tomasz polacco, hanno bisogno di qualcuno che traduca le loro necessità e conosca il modo di fare business in Italia», spiega Spada, che per esperienza personale esemplifica questo «modo» così: «Faccio fatica a capirlo anche io, che ho creato sei aziende e lavoro da trent’anni. In Svezia chiedi un’autorizzazione via Pec all’ufficio di competenza e già nel pomeriggio ce l’hai, in Italia non rispondono».
Entrare nei gangli della normativa nazionale sarà fondamentale, dato che l’avvio alla produzione dei primi Jetson One nella fabbrica di Pieve a Presciano (Arezzo) è previsto in settembre e i primi clienti dovranno avere ben chiaro quali “piani di volo” seguire sul territorio nazionale. Oltre a munirsi di “patente”, non necessaria nei cieli americani ma in Italia sì. Il primo scoglio è stato già superato nell’ottobre 2023 in occasione dell’Air Mobility Show di Roma, con la consegna del certificato d’immatricolazione da parte dell’Aero Club d’Italia. Presente il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin: «Devo dire che sono rimasto affascinato dall’aereo elettrico», ha dichiarato.
«IN TEXAS USANO IL DRONE PER SORVOLARE I RANCH»
Curiosità lecita: chi spende 128mila dollari per volare su un drone monoposto che funziona a batteria e non può (per legge, come gli autogiro) sorvolare i centri abitati? «Ho avuto modo di conoscere un po’ di clienti», spiega Spada: «l’80 per cento sono americani, soprattutto del Texas dove il velivolo verrà utilizzato per sorvolare i ranch che laggiù sono grandi quanto metà provincia di Varese. Molti anche gli australiani, qualche mediorientale. Abbiamo ricevuto ordini anche da chi vuole solo divertirsi a svolazzare o addirittura tenere l’oggetto in soggiorno. Entro l’anno contiamo di consegnare i primi dodici esemplari, quindi, avendone quasi 400 in pre-ordine, dobbiamo darci da fare».
E dire che tutto è cominciato da una email. Quella che il fondatore di Eolo inviò nel 2020 alla Jetson per chiedere lumi sul multicottero. Ternström gli disse che avrebbe voluto trasferire l’azienda in Italia, per effettuare i test di volo in condizioni climatiche più favorevoli di quelle svedesi: «Mi raccontò che aveva adocchiato un edificio in Toscana ma che dal proprietario aveva saputo che c’era un problema di connessioni e che lì prendeva solo Eolo. Visto che aveva letto il mio indirizzo di posta elettronica mi chiese se conoscevo qualcuno. Io, ridendo, risposi: forse sì...».
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