DOPO LA TRAGEDIA
“Effetto Mottarone” alla funivia di Laveno
La responsabile Mattioni: «Perso il 90% dei passeggeri. Ma il nostro impianto è sicuro e sempre controllato»

Il giorno della strage del Mottarone la direzione della funivia che porta in vetta al Sasso del Ferro aveva immediatamente espresso il «cordoglio alle famiglie delle vittime» e «la profonda vicinanza» ai colleghi della Stresa-Mottarone.
Garantendo «il continuo impegno nel mantenimento degli standard necessari per la sicurezza dei nostri passeggeri».
Una rassicurazione che, a quasi un mese di distanza dalla tragedia sulla sponda opposta del Verbano, evidentemente non è bastata a convincere la gente a salire senza timori sulla bidonvia. «Purtroppo stiamo patendo l’effetto Mottarone. Da domenica 23 maggio registriamo un calo del 90% di clienti», conferma Paola Mattioni, responsabile di Funivie del Lago Maggiore, la società che gestisce, oltre all’impianto con telecabine biposto, anche l’albergo ristorante in cima alla montagna da cui si gode un panorama mozzafiato su tutto il lago, Mottarone compreso. Una società che dà lavoro a trenta persone e che ora deve fare i conti con la diffidenza dei cittadini nei confronti degli impianti a fune. «Fino al giorno del disastro avevamo dalle 700 alle 1.000 persone ogni domenica. Da allora ne trasportiamo mediamente un centinaio; oggi (ieri, ndr) abbiamo staccato 130 biglietti».
Nonostante dalle indagini sia già emersa una responsabilità umana nell’incidente che è costato la vita a 14 persone (per la scelta di disattivare il freno di emergenza), la vicenda ha scatenato una psicosi delle funivie. «È stato un danno grave per tutti gli impianti italiani, ma per noi di più perché siamo più vicini alla montagna dei due laghi e soprattutto perché ci chiamiamo Funivie del Lago Maggiore». Per un turista qualsiasi, quindi, il collegamento con il Mottarone è immediato. «Non mi sembra che dopo ogni incidente aereo o ferroviario, la gente smetta di volare o di prendere il treno. Ora, invece, sta accadendo proprio questo: la gente non sale più sulle funivie. Dopo quello che è successo si è parlato tanto, anche in modo sbagliato, del nostro settore. Sembra quasi che gli impianti non siano controllati. Ma non è così. Anzi. i funzionari dell’Ustif, l’ufficio ministeriale, escono regolarmente per fare ispezioni di persona e se non è tutto a posto non rilasciano il nullaosta. Il nostro impianto, lo ribsdisco, è sicuro ed è sempre sottoposto a controlli e manutenzione». Al Mottarone resta da chiarire che cose sia successo alla fune traente. «In effetti, quando abbiamo saputo che si era rotto il cavo anche noi ci siamo chiesti come fosse possibile. E comunque se c’è un problema noi fermiamo subito l’impianto».
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