LA TRAGEDIA
Elisabetta piange dal carcere
Negato il permesso alla figlia di Cristina Lonardoni, uccisa dal monossido: va protetta dai media. Silvio Pezzotta: "Questa disgrazia s'è portata via una donna forte e coraggiosa"
Elisabetta Ballarin non può lasciare il carcere per stare in famiglia ion attesa dei funerali della madre, Cristina Lonardoni, uccisa a 52 anni dalle esalzioni di monossido di carbonio provenienti dalla cladaia della sua casa di Cuirone di Vergiate la sera di sabato 11 gennaio. L'ha deciso il magistrato di sorveglianza del carcere bresciano in cui si trova in regime di semidetenzione la ventisettenne accusata di concorso nell'omicidio di Mariangela Pezzotta. Il motivo: proteggere Elisabetta dal prevedibile, angosciante, assalto mediatico.
Uno degli orrori di cui si macchiarono le cosiddette Bestie di Satana. E mentre la Procura della Repubblica di Busto Arsizio sta accertando eventuali responsabilità sulla gestione dell'impianto di riscaldamento, è proprio il padre di Mariangela Pezzotta a ricordare Cristina.
«Una disgrazia - dice Silvio Pezzotta -, una vera disgrazia. Cristina era una brava donna, ha avuto una vita difficile sino alla fine. Mi dispiace per lei e mi dispiace anche per Elisabetta, perchè ora non ha più nessuno, non ha più appigli, sua madre era rimasta l’unico suo punto di riferimento».
Nell’omicidio, perpetrato nel 2004 da un tossicodipendente e sedicente “satanista”, Andrea Volpe, era implicata anche Elisabetta Ballarin, ai tempi la compagna di Volpe. Era il 23 gennaio di dieci anni fa esatti.
Ma Pezzotta non è un uomo qualunque: profondo, compassionevole, empatico, aveva capito quale dramma stesse vivendo da madre Cristina Lonardoni, tanto che negli anni, anche per altre questioni, i due erano entrati in contatto.
«Ho ancora sul telefonino gli auguri che ci siamo scambiati a Natale. Ci sentivamo e confrontavamo a volte. Era una donna forte e coraggiosa: per lei nella vita c’era solo Elisabetta, sua figlia era tutto per lei. Si è sempre data da fare con le sue forze, anche se aveva bisogno, si faceva sempre scrupolo temendo di disturbarmi» la ricorda.
«E’ stata una donna sfortunata: anche nel lavoro si è dovuta rimboccare le maniche e ricominciare. Ma era anche forte» aggiunge Pezzotta. Che non ha saputo nulla fino alla sera di domenica 12 gennaio: non aveva consultato siti internet e solo in serata il dramma gli è stato comunicato per telefono.
«Non avrei mai immaginato di poter ricevere una notizia simile. Sono davvero dispiaciuto» commenta. La sorte è stata impietosa nei confronti di questi due genitori: uno ha perso una figlia in circostanze orribili, mentre la madre di Elisabetta Ballarin, dopo dieci anni molto difficili, stava cominciando a vivere un periodo più sereno sia dal punto di vista del lavoro sia per sua figlia.
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