SANITÀ
Emergenza infermieri. «Servono misure concrete»
Emanuele Monti, presidente della commissione regionale Welfare fornisce i dati e indica le criticità.
«Il panorama della professione infermieristica nella provincia di Varese richiede una seria riflessione e l’adozione di misure concrete per garantire un adeguato supporto ai nostri operatori sanitari e una qualità dell’assistenza ottimale per i cittadini». Così Emanuele Monti, presidente della commissione Welfare del Consiglio regionale, a margine di un’audizione, oggi, martedì 19 settembre, in commissione Sanità, sulle problematiche appunto del lavoro degli infermieri, con diverse sigle sindacali, tra cui Opi, Sidmi, Cgil Fp Lombardia, Cisl Fp Lombardia e Uil fp Lombardia.
I DATI
«Attualmente - ha proseguito Monti - contiamo 5079 infermieri iscritti nella provincia di Varese, circa 5,5 infermieri ogni mille abitanti, mentre la media italiana è di 6,3 e quella europea di 8,3. Di questi l’87% è rappresentato dal genere femminile».
«L’età media degli infermieri - ha aggiunto - si colloca tra i 55 e i 65 anni, con circa 2100 professionisti potenzialmente in uscita dal servizio nei prossimi 5/10 anni; quindi, quasi uno su due andrà in pensione. Parallelamente, le domande di iscrizione al corso di laurea in scienze Infermieristiche dell’Università dell’Insubria sono appena sufficienti a coprire i posti disponibili, impedendo una reale selezione degli studenti e aggravando la carenza di personale».
NELLE ASST DEL VARESOTTO
All’interno dell’Asst dei Sette Laghi e dell’Asst Valle Olona, la carenza di infermieri è quantificata in circa 180 unità, con ulteriori criticità per gli infermieri di famiglia e comunità finanziati da Regione Lombardia ma non ancora in servizio. A livello territoriale, si registrano 58 Rsa con un totale di oltre 11mila posti letto, ma con poco più di 200 infermieri a disposizione. La situazione è critica, con un infermiere ogni 55,4 ospiti, quando il numero ideale sarebbe il doppio».
«Il Decreto 1000 proroghe - ha evidenziato Monti - ha liberalizzato l’ingresso dei professionisti extra comunitari, ma le difficoltà linguistiche rendono il loro inserimento problematico e poco sicuro. Gli Ordini professionali non dispongono di dati o valutazioni sulle competenze di questi infermieri».
LA VICINANZA CON LA SVIZZERA
«Inoltre - ha osservato il presidente Monti - la vicina Svizzera sta attirando un numero crescente di professionisti oltre confine, grazie a retribuzioni nettamente superiori e una stabilità nell'organizzazione del lavoro. Per questo servono incentivi economici per le fasce di confine; implementazione di un welfare di confine, con servizi come asili nido convenzionati con aperture compatibili agli orari di lavoro e sgravi su affitti o mutui; campagna di valorizzazione della professione a livello regionale e nazionale; tasse universitarie agevolate e borse di studio per i percorsi post-laurea, come i master per Infermieri di Famiglia e Comunità».
«VOGLIO GARANTIRE UNA SITUAZIONE STABILE»
«Il mio impegno - ha concluso Monti - è di lavorare con tutte le parti interessate per implementare queste proposte e garantire una situazione più stabile e soddisfacente per gli infermieri della provincia di Varese».
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