AMBULATORIO AL CIRCOLO
Epidemia di obesi tra i ragazzi di Varese
Seguite circa 600 persone. La professoressa Grandi: «Tra i pazienti, anche alcuni ventenni». Stili di vita da cambiare

Grandi numeri come quelli che si leggono salendo sulla bilancia, se si è donne e non si porta una taglia 40, e se si è uomini e non si ha una 48. L’ambulatorio dell’obesità cura 550 persone, tante sono state le visite di controllo in un anno, e poco meno di un centinaio le prime visite. Ormai il numero di uomini e donne si equivale e sempre più preoccupante è la riduzione dell’età dei pazienti. Se un tempo si pensava fossero solo gli over 60 a doversi curare per i chili di troppo, ora non è più così. Infatti lo zoccolo duro dei pazienti ha dai 40 anni in su ma vi sono sempre più persone giovani. «E le reali disfunzioni ormonali che causano un pesante sovrappeso o l’obesità sono una percentuale minima», dice la professoressa Anna Maria Grandi, a capo della Medicina II e del Dipartimento della Medicina interna all’ospedale di Circolo. «Non svolgiamo consulenze estetiche, chi arriva da noi è perché ha come minimo un forte sovrappeso che può riflettersi in modo serio sullo stato generale di salute», spiega la docente universitaria. All’ambulatorio si accede tramite prenotazione al Cup, di solito inviati dal proprio medico di base: qui si troveranno i medici della Medicina II esperti nella gestione dei chili di troppo (Fabio Ambrosini, Aurora Comi, Anna Sironi).
«La difficoltà più grande è fare comprendere al paziente che una dieta ben bilanciata richiede tempo e che a dover cambiare è l’intera impostazione delle proprie abitudini alimentari, con l’acquisizione di regole di vita sana e con movimento fisico adeguato, fondamentale per ottenere risultati duraturi nel progetto di ritorno in forma». Un patto vero e proprio, quello tra medico e paziente: quest’ultimo però è spesso portato a gettare la spugna. I pazienti sarebbero molti di più dei quasi seicento l’anno se seguissero in modo continuativo le indicazioni dei medici. «La percentuale di chi rinuncia ai nostri consigli è alta perché spesso si crede di poter dimagrire molto di più di quel chilo a settimana che rappresenta già un ottimo risultato».
A tutti i pazienti viene consegnato un diario alimentare, in stile Bridget Jones, che andrà riportato ai medici durante i controlli per stabilire che cosa modificare nella dieta e quali alimenti introdurre in modo graduale o togliere ulteriormente. Collegati all’obesità vi sono infatti patologie come diabete, ipertensione, malattie cardiovascolari, aterosclerosi, per non parlare di problemi di salute ben più gravi.
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