CASSAZIONE
Traffico di rifiuti illeciti: Accarino assolti
Fagnano Olona: fine dell’incubo giudiziario per i cugini Francesco e Laura

Assolti in primo grado, in secondo e nonostante le impugnazioni del pubblico ministero Francesco De Tommasi anche la cassazione si è espressa a favore dei cugini Francesco e Laura Morena Accarino: ieri, giovedì 18 gennaio, la suprema corte ha dichiarato inammissibile il ricorso degli inquirenti, la sentenza pronunciata al giudice Nicoletta Guerrero, che in primo grado aveva ritenuto gli imputati estranei alle accuse di traffico di rifiuti illeciti, è dunque definitiva. E del resto lo stesso sostituto procuratore generale Luigi Orsi ha chiesto la declaratoria di inammissibilità.
INASCOLTATI
«Era tutto chiaro già nel momento dell’esecuzione delle misure cautelari ma siamo dovuti arrivare a Roma per convincere il pubblico ministero della loro innocenza», è la sintesi delle considerazioni degli avvocati Francesca Cramis e Cesare Cicorella - difensori di Francesco - e di Corrado Viazzo, legale di Laura e del padre Mario. Quest’ultimo però è stato condannato a due anni e mezzo (il pm ne aveva comunque chiesti quattro e mezzo). La Dda di Milano, con la maxi operazione di ottobre del 2020, era certa di aver messo le mani nell’eco mafia: nell’ordinanza di custodia cautelare, che colpì sedici soggetti, si parlava di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, di gestione non autorizzata degli stessi e di realizzazione di discariche abusive, disseminate in Piemonte, Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia. In carcere finirono Mario, Francesco e anche l’allora quarantenne Laura, detenuta a Como fino al giorno dell’interrogatorio di garanzia. Le sue condizioni di salute erano però gravi, quindi ottenne gli arresti domiciliari. Sempre secondo la direzione distrettuale antimafia, l’associazione avrebbe smaltito in modo illecito circa 24.000 tonnellate di rumenta provenienti da vari impianti del Nord Italia.
RAMMARICO
L’inchiesta venne così smembrata con la trasmissione dei fascicoli ai tribunali competenti territorialmente, quindi le posizioni della famiglia Accarino approdarono a Busto. Il giudice Guerrero, all’esito del dibattimento, pronunciò l’assoluzione per i cugini e un altro coimputato. La sentenza venne duramente contestata dal pubblico ministero della Dda Francesco De Tommasi in sede di impugnazione. Il sostituto aveva lamentato «un grave travisamento dei fatti e un’erronea applicazione della legge penale in materia ambientale», ma anche in appello (processo a cui il pm si era fatto applicare) l’accusa cadde. La cassazione ha tolto ogni dubbio. Ma a Francesco e Laura resta l’amarezza per l’ingiusta detenzione. «Sono stata in galera e poi ai domiciliari gratuitamente e questa esperienza mi ha lasciato strascichi morali e fisici pesanti. Ho gli attacchi di panico, soprattutto ripensando all’ingresso nel carcere di Como: mi vengono ancora i brividi».
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