LA RICORRENZA
«Felice secolo, caro cinema Vittoria»
Dall’ex gestore Renato Casnati un brindisi con tanta nostalgia

«17 luglio 1917 - 17 luglio 2017, Si ricorda il centenario dell’inaugurazione del Cinema Vittoria avvenuta alle ore 17 del 17 luglio 1917».
Con questo foglietto, appeso nella bacheca che un tempo ospitava la locandina del film in programmazione, Renato Casnati ha voluto ricordare il secolo di vita della gloriosa sala di via Bagaini. Lo ha fatto anche con un brindisi intimissimo, alzando il bicchiere con Roberto, uno dei tre fratelli che con lui restano proprietari del cinema chiuso dal luglio 2006.
«Vero, l’ultimo spettacolo è lontano nel tempo ed è passato un po’ anche dall’ultima iniziativa pubblica, per il Varese Calcio, ma mi sembrava brutto far passare sotto silenzio un compleanno tanto importante. All’ora esatta del centenario eravamo in due ma diverse persone che hanno letto il cartello mi hanno fermato per strada regalandomi qualche pensiero affettuoso per il Vittoria. Mi ha fatto molto piacere».
Per Casnati , comasco ma varesino anzi indunese d’adozione, quel cinema significa «36 anni di vita». Anzi qualcosa in più perché il suo legame con la sala aperta con la pellicola “L’Aquila”, si è rapportato sin da bambino.
«Fin dall’inizio, con l’imprenditore Alfonso Bernasconi, il Vittoria è stato della mia famiglia. Ho imparato ad amarlo e poi a gestirlo da mia zia, Ada Peluso, che certo tanti varesini ricordano».
E, a proposito di ricordi, «impossibile dimenticare la gente in coda, con l’ombrello aperto per ripararsi dalla neve, due ore prima dell’inizio del primo spettacolo di “Pane, amore e fantasia”, era il 1953». E, ancora, «la fila non meno lunga e le discussioni interminabili all’uscita per “La dolce vita” di Federico Fellini».
Non mancano ovviamente i ricordi di tempi spiacevoli («gli ultimi tre anni in rosso e il giorno della chiusura, purtroppo») ma «si può dire che, nonostante la concorrenza agguerrita, le soddisfazioni non sono mancate e in fondo ce la siamo cavati egregiamente».
Alzando bandiera bianca poco prima della crisi globale: «ma quella del cinema era in atto da tempo. Nostra madre ci invitò a chiudere, più tardi ci avrebbe imitato il Politeama. Pensavamo di vendere in tempi relativamente brevi e invece siamo ancora qui, quattro fratelli che ogni anno tirano fuori quasi 10mila euro per pagare l’Imu».
Del cinema, inteso come spettacolo, Casnati è ancora appassionato. «Mai stato - spiega - un critico o un intellettuale, ho sempre amato il genere popolare anche se il Vittoria ha spesso privilegiato i film d’autore».
Fiero di una nipote, Elena Casnati, assistente alla regia, anche per “Il capitale umano” girato da Paolo Virzì nella Città Giardino, confessa di non trovarsi a suo agio nei multisala: «Mi piace invece tantissimo il San Giorgio di Bisuschio, piccolo certo ma così cinema di una volta».
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