FERRERA DI VARESE
Francesco Gobbi: fino in Croazia col kayak
A 71 anni il maratoneta varesino pagaierà per 1.300 chilometri

Francesco Gobbi torna in acqua. Il maratoneta varesino del kayak salirà sulla sua imbarcazione fra il 20 e il 25 giugno e in solitaria, come d’abitudine da qualche anno a questa parte, stavolta cercherà di percorrere tutta la Pianura Padana.
Non solo: proverà ad arrivare in Croazia per poi tornare a Mantova dove concedersi, finalmente, un po’ di riposo. Già, perché Gobbi non è proprio un ragazzino, ma la sua carta d’identità dice che ha 71 anni.
«Ma il mio medico - racconta l’avventuriero di Ferrera di Varese - sostiene che biologicamente ne dimostro una ventina in meno». C’è da credergli visto l’impresa che si accinge a «varare».
Dopo essere partito da Torino e aver disceso il Po fino a Pontelagoscuro, in provincia di Ferrara, Gobbi virerà a nord-est. Precisamente si immetterà sull’idrovia del Po di Volano, per poi pagaiare da Migliarino, Goro, Gorino e, finalmente, sbucare nel Mar Adriatico. Luoghi incantevoli ma chiaramente aspri perché, con centinaia di chilometri sulle spalle, dovrà affrontare probabilmente un caldo e un’umidità sempre più intensa, slalomeggiando fra le zanzare.
Giunto nella zona del Delta del Po, risalirà la foce del Brenta e approderà a Marina di Chioggia e poi nella Laguna di Venezia, salutando da lontano San Marco e lambendo Murano, Burano e Jesolo. Infine, pur mantenendosi a soli 100-150 metri dalla costa, dovrà avanzare in mare aperto, raggiungendo Grado, Trieste e l’estremità orientale dell’Italia. Poi, sempre che non ci siano delle restrizioni contro la pandemia che gli imporranno di rimanere sul suolo tricolore, passerà da Capodistria, per giungere all’arrivo previsto a Monterosso, il primo lembo di Croazia. Infine, come «defaticamento», ingranerà la marcia indietro per chiudere la solitaria a Mantova.
«In totale sono - calcola Gobbi - più di 1.300 chilometri che penso di poter compiere in un mese e mezzo circa». Vale a dire la distanza stradale che esiste fra Varese e Reggio Calabria. Insomma, vien male alle braccia solo a pensarci. Figuriamoci per chi ha già i capelli bianchi da un pezzo ma, evidentemente, dentro ha il fuoco della gioventù e dell’avventura.
D’altronde la forma fisica e psicologica del canoista prealpino è quella dei giorni migliori: «Sto benissimo. In questi giorni mi sono allenato compiendo il giro del Lago Maggiore, 150 km, spesso col vento contrario, ed è andato tutto bene». E fra poco si riparte. «Il kayak è lo stesso dell’anno scorso, l’unica comodità in più è un nuovo materassino. Infatti dormirò spesso all’aperto, a parte le volte in cui otterrò ospitalità per una doccia, un letto e un pasto caldo dalle associazioni di canottieri presenti sul percorso».
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