IL ROGO
Fiamme in carcere a Busto, quindici intossicati
Incendio appiccato da un detenuto. Guardie trasportate in ospedale

Fiamme in carcere a Busto Arsizio nella notte: intossicati quindici agenti della polizia penitenziaria finiti al pronto soccorso mentre cercavano di mettere al sicuro i detenuti. È successo nella notte tra venerdì e oggi, sabato 26 marzo, quando un detenuto ha appiccato l’incendio. Sono scattate immediatamente le misure di sicurezza ed è partito l’allarme ai vigili del fuoco oltre che agli operatori del 118 arrivati in forze massicce al carcere di via per Cassano. Le fiamme sono state domate, gli agenti caricati sulle ambulanze e trasportati al pronto soccorso degli ospedali della zona, non sono in pericolo di vita tuttavia le intossicazioni sono abbastanza serie. Al momento sono in corso gli accertamenti e sono state applicate le misure di sicurezza all’interno della casa circondariale.
Claudio Montella, della Segreteria provinciale dell’Unione Sindacati Polizia Penitenziaria, ricostruisce così l’accaduto: «Tutto è iniziato alle 21.30 circa, quando un detenuto, per ragioni ignote, molto probabilmente imputabili alla sua instabilità mentale, ha dato fuoco alla propria camera. Il personale di Polizia Penitenziaria immediatamente intervenuto è riuscito a salvare il soggetto da morte certa. Tuttavia, tutti sono rimasti intossicati».
Altri incendi sono stati appiccati da detenuti della stessa stessa sezione che hanno approfittato del momento per alzare la contestazione, e spiega il sindacato, «in mezzo alle fiamme e ai fumi tossici, il personale è riuscito a mettere in sicurezza altri otto» detenuti. La situazione, tuttavia, era talmente caotica e rischiosa (i fumi hanno raggiunto anche altri reparti), che è stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco per domare le fiamme.
IL COMMENTO DEL SEGRETARIO REGIONALE
Sulla "calda notte" di Busto interviene anche Gian Luigi Madonia, segretario regionale lombardo dell’Uspp: «Il susseguirsi di eventi, verificati a Busto Arsizio tra ieri sera e stanotte, riaccende i riflettori sullo stato di abbandono in cui si trovano le nostre strutture penitenziarie e i conseguenti rischi cui vengono esposti i Reparti di Polizia Penitenziaria. Tutto perché nessuno ha ancora capito che il problema dei detenuti psichiatrici deve essere una priorità assoluta. E chi lo ha capito, si volta dall’altra parte, facendo finta di nulla. Non abbiamo conferme di patologie mentali degli artefici incendiari, ma è plausibile affermare che un soggetto che incendia la propria camera, di certo, non è mentalmente equilibrato».
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