L’ARTISTA
Filippo Sorcinelli: il couturier dei papi tra sacro e umano
Alla Pinacoteca Ambrosiana moda, pittura e profumo dialogano insieme. Il prezioso piviale per Notre-Dame e alcuni paramenti di Benedetto XVI

Questa storia ha inizio in un borgo marchigiano, tra le colline e il mare. Mondolfo, un paese remoto, scelto dai duchi di Urbino come residenza estiva, fortificato dall’architetto rinascimentale di Francesco di Giorgio Martini, come presidio in difesa del litorale. Qui, tra il suono del mare che mormora all’orizzonte, i rintocchi delle campane trattenuti dalle pietre chiare delle case, i profumi di questa terra antica, nasce l’arte di Filippo Sorcinelli. Lui stesso racconta che da ragazzino passava ore e ore nella sacrestia della chiesa del paese, ad ascoltare il suono antico dell’organo, tra il profumo avvolgente dell’incenso, che si attaccava alla gola e si appiccicava ai vestiti, i riflessi della luce che dalle finestre si rifrangeva su calici e reliquiari, affascinato dai ricami preziosi dei paramenti sacri. La penombra di quei luoghi evocava il mistero delle sacralità delle cose che passa attraverso luci, materiali, profumi. Nasce così, con questa sinestesia semplice, l’arte di Filippo Sorcinelli, oggi a capo di LAVS, laboratorio sartoriale dedicato alla creazione di abiti sacri (si occupa dello studio, della progettazione e della realizzazione di vesti, suppellettili e accessori per la sacra liturgia cattolica) e di UNUM, una casa di profumi artistici che riflette la medesima tensione spirituale delle sue creazioni tessili. Alla Pinacoteca Ambrosiana di Milano, accanto ai capolavori della collezione voluta nel Seicento da Federico Borromeo e ampliata nel corso dei secoli, con opere di Leonardo, Raffaello e Caravaggio, sono presentati alcuni lavori dell’artista e couturier, per una personale dal titolo Art in Respect–Mostra Dialogante: un percorso non solo espositivo, con una selezione di capi provenienti dall’atelier LAVS e alcune opere pittoriche realizzate dallo stesso Sorcinelli, ma anche olfattivo, multisensoriale e spirituale, dove moda, pittura e profumo si fondono in un dialogo profondo con le opere dei grandi maestri. Tra gli oggetti in mostra si segnalano pezzi unici come il piviale realizzato per Notre-Dame di Parigi e paramenti appartenuti a papa Benedetto XVI. «Ho cominciato con la musica - racconta - che è stata la mia prima fonte di ispirazione. Oggi posso dire che l’organo ha sempre fatto parte di me. È stato un incontro folgorante fin da bambino. Il suo suono è quello a cui non posso fare a meno, è un concentrato di ricerca e tutto il mondo sembra ruotare energicamente attorno a quei suoni. L’organo è parte di me anche quando sta in silenzio. E io mi nutro di lui come se fosse il seme di ogni arte e ogni scienza, percependone con facilità il suo mistero e il suo essere sconfinato». Dalla zia sarta invece, inizia a osservare e ad apprendere l’arte della sartoria e del ricamo. Più tardi sceglie l’arte anche nel suo percorso di studi e, dopo la Licenza di Maestro d’Arte e la maturità di Arte Applicate, si diploma al Conservatorio Rossini di Pesaro perfezionandosi al Pontificio Istituto di Musica Sacra di Roma. LAVS, acronimo di Laboratorio Atelier Vesti Sacre, ma anche Lode, in latino, che l’uomo rende a Dio attraverso l’opera delle proprie mani, nasce dall’occasione di una veste liturgica da donare a un amico sacerdote, per diventare poi la sartoria di riferimento persino dei pontefici. I suoi lavori sono stati indossati anche da Benedetto XVI e Francesco, con cui ha instaurato un rapporto di stima e ispirazione reciproca. «Con Francesco ho cercato uno stile che rispecchiasse la sua semplicità coerente – racconta – e l’arte medievale, specialmente quella di Giotto, è stata la mia guida». La visione Sorcinelli è unire estetica e spiritualità in un linguaggio contemporaneo, capace di parlare a credenti e non, attraverso l’arte in tutte le sue forme.
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