COVID-19
Fontana: «Vicini alla zona rossa»
Il governatore a SkyTg24 parametri in ascesa pericolosa. Vaccini: la Lombardia rispetta i tempi imposti dalla doppia iniezione.
Più vicini alla zona rossa, col rischio di dover richiudere tutte le scuole. E sulla campagna vaccinale in Lombardia «non c’è un ritardo perché questa non è una gara a chi arriva prima. Anzi, chi arriva prima rischia di trovarsi in difficoltà» secondo il presidente della Lombardia, Attilio Fontana.
«Abbiamo concluso con il commissario Arcuri un accordo in base al quale dovremo finire il primo giro di vaccinazioni il 28 gennaio - ha spiegato la mattina di oggi, lunedì 11 gennaio, il governatore ai microfoni di SkyTg24 - e il 28 gennaio finiremo il primo giro di vaccinazioni. Poi dovremo fare il richiamo per cui, dato che deve essere svolto fra il 19° e il 23° giorno, dovremo avere la certezza di avere le altre dosi di vaccino, altrimenti c’è il rischio di aver fatto il primo giro e di non averlo per il secondo perché si è arrivati troppo presto. E quindi dover ripartire da capo».
La Lombardia ha quindi tenuto le dosi per il richiamo «per essere sicuri che se iniziamo una operazione, la portiamo a termine. Io - ha concluso - non capisco perché si debba in ogni caso creare una sorta di competizione che non ha senso».
Zona rossa
In Lombardia «la scorsa settimana l'Rt si è improvvisamente innalzato a 1,24 e tenendo conto dei nuovi parametri ci stiamo sicuramente avvicinando alla zona rossa. Mi auguro che questi numeri si invertano - ha aggiunto - ma se non avverrà il rischio della zona rossa è più che concreto. E in questo caso, la zona rossa prevede la chiusura delle scuole, tutte».
Oggi, lunedì 11 gennaio, nella riunione con il governo- ha proseguito Fontana - si valuterà «se all’interno delle singole zone vanno introdotte nuove restrizioni diverse da quelle che esistono».
«Abbiamo potuto accertare con abbastanza sicurezza - ha proseguito il governatore - che ci sono dei comportamenti che non possiamo più permetterci. L'ondeggiamento fra zone gialle, arancioni e rosse non porta a una stabilità. Credo che con i nostri tecnici dovremmo concentrarci sull'individuazione di quei comportamenti che sono assolutamente da escludere, di quelle attività che sono da non svolgere e ciò consentirebbe forse un comportamento più equilibrato, non così altalenante. Così si può sapere con alcuni mesi di anticipo - ha concluso - cosa si può fare e cosa no».
Scuola «questione grave»
Sulla scuola Fontana ha spiegato che «è sicuramente la questione più grave dal punto di vista sociale. Sicuramente dovremo concentrarci di più. Noi - ha precisato - abbiamo fatto tutto quanto era stato richiesto dal governo anche in merito al trasporto pubblico locale e saremmo pronti. Avevamo predisposto un progetto assolutamente preciso e ben fatto. Purtroppo però l’improvviso peggioramento dei numeri ci ha costretto a malincuore a cambiare opinione sulla riapertura».
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