LA DISCUSSIONE
Fornasette, dibattito in Consiglio e blitz di CasaPound
Respinta la mozione dell’opposizione che sottolinea le condizioni di sicurezza e igiene della struttura al confine

Continua a far discutere il futuro dell’ex caserma di Fornasette a Luino. Durante l’ultima seduta del Consiglio comunale – ieri sera, lunedì 24 febbraio – il dibattito è entrato nel vivo. L‘opposizione ha presentato una mozione con la proposta di destinare la struttura a un Commissariato di Pubblica sicurezza, sostenendo l’inadeguatezza degli spazi – in termini di sicurezza e igiene – alla nascita di un centro di accoglienza per richiedenti asilo. La mozione è stata poi respinta dalla maggioranza.
MINORANZA CONTRARIA
La creazione di un gruppo di lavoro “trasversale” con rappresentanti di Prefettura, Comune di Luino, Comune di Tresa e Canton Ticino ha parzialmente rassicurato le autorità svizzere, grazie alla conferma che la struttura ospiterà solo 16 richiedenti asilo. Ma la minoranza comunale rimane contraria, lamentando in particolare la mancanza di trasparenza della giunta di Luino.
IL BLITZ DI CASAPOUND
Il Consiglio è cominciato alle 20 per terminare oltre l’una di notte e ha visto anche un breve sit-in di alcuni esponenti di CasaPound presenti in aula. Durante il blitz hanno esposto uno striscione con la dicitura: «Nessun centro profughi, reimmigrazione unica soluzione». A intervenire per togliere lo striscione e identificare alcune persone, sono stati i funzionari della Digos e la polizia locale con il comandante Giovanni Buscetta. L'interruzione è durata alcuni secondi, senza nessun tipo di incidente.
IL DIBATTITO
Ieri il deputato e consigliere comunale di minoranza di Fratelli d’Italia Andrea Pellicini ha attaccato di nuovo duramente la gestione del progetto, denunciando il mancato coinvolgimento del consiglio comunale. Secondo Pellicini, la Prefettura sta investendo fondi pubblici per ristrutturare una struttura «del tutto inadatta», vicina a zone boschive già «dilaniate» dallo spaccio. Ha anche sollevato dubbi sulle condizioni igienico-sanitarie della ex caserma, che dovrebbe accogliere 16 persone con soli due bagni e senza allacciamento fognario. «Se avessimo saputo prima del progetto, lo avremmo osteggiato sin dall'inizio», ha dichiarato, aggiungendo che «il Pd preferisce Fornasette all'Albania», riferendosi alla soluzione internazionale per i migranti, finora di scarso successo, proposta dal governo.
Dura poi la replica della deputata varesina Maria Chiara Gadda (Italia Viva), che ha colto l'occasione per attaccare l'esecutivo. «Pellicini, finalmente, ammette il fallimento della gestione migratoria del governo Meloni. Si è speso più di un miliardo per i centri in Albania, senza ottenere alcun risultato concreto. La realtà è che si continua a navigare a vista, scaricando la responsabilità su prefetti e amministratori locali, senza un vero piano per l'integrazione». Gadda ha inoltre criticato il centrodestra per il linguaggio incendiario che «scredita sindaci, forze dell’ordine e Prefettura, alimentando tensioni senza offrire alternative concrete».
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