MOTORI
Folla di amici al saluto a Rocky
Cascina Costa gremita per il funerale del conte Agusta, la commozione di familiari, amici, piloti e dipendenti

Cascina Costa ha salutato Riccardo “Rocky” Agusta, spentosi il 10 gennaio in Svizzera all’età di 67 anni, dopo lunga malattia. La chiesa della frazione di Samarate è riuscita a stento a contenere meno della metà degli intervenuti al funerale celebrato da don Quirino e padre Cesare, guida spirituale, giunto da Saint Moritz. Il posto dove Rocky amava vivere. Dopo i saluti nella camera ardente a Villa Agusta, la salma riposerà nella cappella di famiglia a Gallarate.
Eterogenea la presenza dei fedeli alla messa: visi affranti dei familiari, di amici, piloti, tecnici e operai di moto MV e di elicotteri Agusta, ma anche di tanti pensionati del gruppo lavoratori seniores dell’industria - oggi Leonardo, leader mondiale nel settore aeronautico - creata dal nonno Giovanni Agusta e poi proseguita grazie alla capacità imprenditoriale dei fratelli Domenico, Vincenzo, Mario e Corrado (papà di Rocky). Don Quirino ha espresso parole toccanti sul senso della condivisione familiare, nella gioia e nel dolore. Padre Cesare ha rivelato quanto fosse profonda la sua fede: «Non ho mai conosciuto Rocky, ma solo Riccardo, non ho mai visto il playboy, lo scavezzacollo, il conte mondano e il pilota. Ho sempre apprezzato in lui una profonda vicinanza a Dio e a Maria e l’amore per i suoi cari».
All’ultimo saluto a Rocky erano presenti i figli Corrado, Giovanni, Butch, la ex moglie Monica, mamma dei tre figli e la compagna Valerie che gli è stata accanto negli ultimi vent’anni e lo ha sostenuto durante la malattia.
Tra i presenti i piloti Giacomo Agostini, Tino Brambilla, Carletto Ferrario, Lucio Castelli, i curatori del museo Agusta Enrico Sironi e Roberto Rossi, gli amici d’infanzia Gioia Moratti e Mimmo Ferretti, la famiglia Ruffo di Calabria, mentre hanno inviato fiori e messaggi d’affetto amici come Carolina di Monaco ed Emanuele Filiberto di Savoia: il padre, Vittorio Emanuele, lavorò con papà Corrado Agusta alla vendita di elicotteri sul mercato internazionale. Inappuntabile la regia del momento funebre da parte del cugino Giovanni Agusta, figlio di Vincenzo, e di Claudio Felotti, amico di famiglia.
Toccanti le parole espresse dal presidente del Motoclub Internazionale MV Agusta, Giancarlo Libanori e dal figlio di Rocky, Corrado. Tutti hanno fatto emergere eleganza, dolcezza e sorriso, ma anche la straripante passione per i motori. Vissuta mai con irruenza, sempre con stile da gentleman.
Chi sarà, ora, al posto di Rocky, il prossimo presidente onorario del motoclub internazionale MV Agusta e del Registro storico di marca? Sembrerebbe ozioso il quesito ma ieri l’amore per le moto 75 volte campionesse iridate (dal 1952 al 1974) e i ricordi di chi ha amato Riccardo Agusta facevano scaturire ipotesi sul futuro. Da Giovanni Agusta, figlio di Vincenzo e cugino di Rocky, ai dirigenti del motoclub di Cascina Costa, dai collezionisti agli ex lavoratori Agusta che si ritrovano al Museo: da tutti emerge il desiderio di proseguire nel cammino tracciato dal Conte. Del resto, la provincia di Varese vanta storia antica e vitalità, moderna, nel segno del motore sportivo: ieri presenti alle esequie il presidente del motoclub Bustese, Romano Colombo, dirigenti di Federmoto, Ivan Bidorini e Alfio Crespi, Giovanni Magni, figlio del grande Arturo, regista dell’insuperato Reparto Corse MV. E tra gli ex piloti, uno su tutti quel �Mino� Agostini, l’italiano più titolato (15) nella storia del motomondiale: «Varese vanta le moto che hanno fatto la storia, mantenetele brillanti, come brilla da lassù la passione di Rocky». E il pentatleta Gianpio Ottone - a Varese vanta un museo di 190 moto fuoristrada - ha ben sintetizzato: «Gli allori vinti da MV grazie alle scelte felici della famiglia Agusta meritano sensibilità di industrie ed Enti locali. Dagli Stati Uniti al Giappone sono invidiate da tutti le perle del made-in-Varese. Tuteliamo i nostri tesori».
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