IN TRIBUNALE
Funivia Monteviasco, via al processo per la morte del manutentore
Silvano Dellea rimase schiacciato fra la cabina e la passerella d’ispezione. Dieci persone accusate di omicidio colposo

Entrerà nel vivo il 21 aprile, con l’esame dei primi testimoni, il processo per l’incidente che il 12 novembre 2018 costò la vita al manutentore della funivia Ponte di Piero/Monteviasco, Silvano Dellea, rimasto schiacciato tra la cabina e la passerella d’ispezione della stazione a valle. Di omicidio colposo sono accusate dieci persone, dai consiglieri della cooperativa che gestiva la funivia al direttore di esercizio, dall’ex sindaco Ambrogio Rossi ai funzionari ministeriali, fino al progettista della revisione generale. Due dei difensori hanno chiesto al giudice Marcello Buffa di disporre una perizia sui campioni di sangue e urine prelevate all’autopsia ma, a loro dire, mai esaminati.
CONDIZIONI PSICOFISICHE
L’obiettivo è valutare le condizioni psicofisiche di Dellea al momento dell’incidente, alla luce anche del fatto che l’altro operatore dell’impianto, colui che si trovava alla stazione a monte, aveva un tasso alcolemico superiore al limite di legge (0,5). Richiesta a cui si sono opposti sia il pm, sia il legale di parte civile - l’avvocato Corrado Viazzo che assiste i famigliari di Dellea - rilevandone l’inutilitá sia per il lasso di tempo trascorso dall’incidente, sia per la dinamica della tragedia. Istanza su cui il giudice si è riservato di decidere dopo l’esame dei primi testimoni.
SICUREZZA SUL LAVORO
Secondo la Procura, la funivia non era a norma in materia di sicurezza sul lavoro perché mancava il “terrazzino d’ispezione” sul tetto per operare senza rischi in caso di necessità. Invece Dellea, per controllare funi e carrello, salì sulla scala a pioli sopra la cabina, ma rimase intrappolato tra la ringhiera della passerella e la cabina in movimento.
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