IL DEFICIT
Imposte, al Comune mancano 31 milioni
Accertamenti in corso: recuperato un terzo dell’ammanco. Imu e Tari in maglia nera

Ha superato i 31 milioni di euro l’ammontare delle imposte dovute e non versate dai gallaratesi al Comune nell’arco di tempo tra il 2016 e il 2020.
Per la precisione il conteggio è arrivato a 31.423.528 euro. Di essi gli uffici municipali sono riusciti a recuperare sin qui circa 10 milioni (esattamente 10.308.429), anche se una volta su tre per riuscirci è stato necessario ricorrere alle procedure coattive. Il resto del tesoretto, 21 milioni 115mila e 99 euro, resta ancora da incassare.
È questa la fotografia dell’evasione su scala gallaratese così come restituita dai dati a disposizione di Palazzo Broletto, resi noti dall’assessore al Bilancio Stefano Robiati.
Il confronto con il 2019
Un anno e mezzo fa le somme non versate quando dovuto tra il 2016 e il 31 agosto del 2019 risultavano 22.996.678 euro. Allora, di quella cifra, il Comune era riuscito a ottenere 7.499.735 euro: all’appello mancavano circa 15 milioni e mezzo.
«Abbastanza per azzerare praticamente tutti i debiti del Comune», aveva sottolineato Robiati allora. Da quel momento ad oggi la forbice tra dovuto e incassato è andata allargandosi, così come è cresciuto il totale del tesoretto degli ammanchi. La medesima invece è la percentuale dell’incassato: 32 per cento del totale.
Attività no stop
Sono due gli elementi che emergono dal raffronto tra le cifre diffuse sul finire del 2019 e quelle aggiornate al 2020. Il primo è che l’evasione non si ferma ma il secondo è che non si ferma nemmeno l’attività di accertamento e controllo da parte del Comune.
Nell’anno della pandemia nessuno ha voluto infierire su situazioni rese complesse dal quadro economico-finanziario generale.
L’incasso del 2020 relativo agli accertamenti è stato di 1.927.613 euro, a fronte dei 2.982.647 dell’anno precedente.
Per l’annus horribilis appena terminato, inoltre, nemmeno risulta nel prospetto la voce della riscossione coattiva.
Nel 2016, prima annualità presa in esame dal prospetto diffuso dal municipio, gli incassi erano invece di 1.319.845 euro.
Imu maglia nera
Accettare come se niente fosse che qualcuno faccia il furbo non è tuttavia una cosa che il Comune può fare.
Primo per una questione di equità, per non penalizzare chi paga con diligenza.
Secondo perché non si tratta di briciole ma di una quantità di denaro che ha un peso nelle scelte economiche dell’ente.
Da qui gli accertamenti che vengono avviati poco alla volta dagli uffici quando i numeri non quadrano e che dal 2016 ad oggi sono arrivati ad essere 34.380. Erano 21.848 ad agosto del 2019 (di cui 14.813 per Ici o Imu, 6.138 per la Tasi e 897 relativi alla Tari).
Nella classifica delle imposte per cui il Comune deve farsi avanti più spesso per ottenere quel che gli spetta l’imposta sulla casa resta maglia nera con 20.006 accertamenti. Segue la Tasi con 10.856 e chiude la Tari. Sulla quale la lente si è posata spesso nell’ultimo periodo, portando il numero di accertamenti a 3.518.
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