EX CASSIERE
Rubò all’Amsc. Ora deve risarcire
Condannato a versare 167mila euro

Fu l’autore del furto dei record: un milione e duecentomila euro sottratti all’Amsc bolletta dopo bolletta, con una meticolosità certosina. Nei giorni scorsi l’ex dipendente infedele della società partecipata è stato condannato dal tribunale del lavoro al pagamento alla spa di 167.438 mila euro.
Un importo che andrà compensato parzialmente con il credito che Mauro Alessi vanta a titolo di trattamento di fine rapporto, pari a 5.800 euro. Secondo il giudice Elena Fumagalli «non può certo dubitarsi la sussistenza di sufficienti elementi di prova per affermare che Alessi, venendo meno ai propri doveri professionali, abbia sottratto nel corso degli anni ingenti somme di denaro alle casse di Amsc». D’altro canto c’è anche una sentenza di patteggiamento di ottobre 2014 con cui, difeso dall’avvocato Cesare Cicorella, Alessi chiuse la vicenda giudiziaria con una pena di due anni e otto mesi. Il danno nel frattempo era stato risarcito e la multiutility era riuscita a recuperare la quasi totalità della somma sottratta da Alessi dal 2011 al giorno in cui venne sorpreso con la pala a scavare una buca in un parco di Roma, dove l’ex dipendente di via Aleardi intendeva nascondere il suo preziosissimo tesoro. La sua storia divenne famosa a livello nazionale. «Ho rubato il denaro perché era facilissimo», dichiarò agli inquirenti il 10 novembre del 2013, quando venne arrestato a Tor Tre Teste, lasciando tutti allibiti e scatenando una ridda di polemiche sulla gestione dei pagamenti di luce e gas che ebbe strascichi politici. I prelievi sarebbero quindi durati tre anni, durante i quali le cifre sottratte non sempre erano vertiginose.
«All’inizio prendevo solo poco, per un periodo ho anche smesso. Poi, a causa della mia depressione, la situazione mi è sfuggita di mano». A innescare la crisi esistenziale che lo avrebbe trasformato in ladro di soldi pubblici ci sarebbe stata la rottura della decennale relazione con la fidanzata, che gli avrebbe creato una sofferenza tale da mandarlo completamente in tilt. Da lì, quindi, il bisogno compulsivo di accumulare denaro fino a totalizzare l’incredibile ammontare in parte ritrovato e sequestrato dai carabinieri di Gallarate. Circa 724mila euro in contanti e 20mila euro in lingotti d’argento, questo il bottino che Alessi stava cercando di sotterrare nel parco della Casilina prima di essere scoperto dai militari. Il resto del denaro (per il solo 2013 avrebbe depredato un milione 200mila euro) lo avrebbe depositato in Svizzera.
Il trentaquattrenne raccontò inoltre di aver agito senza la complicità di nessuno, in completa autonomia, spiegando dettagliatamente il meccanismo fraudolento escogitato e sottolineando che rubare denaro agli sportelli non era difficile.
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