SANT’ANTONIO ABATE
Gallarate, babyboom senza Pediatria
Diciotto nascite in un solo fine settimana nel padiglione Trotti-Majno. Ma c’è un neo

Nascere a Gallarate è (tornato) di moda. Lo dimostrano i numeri registrati lo scorso fine settimana al sant’Antonio Abate, con 18 neonati presenti nel padiglione Trotti-Majno. Un punto nascita che, in media, registra 800 parti all’anno. E dopo l’emergenza sanitaria i corsi pre-parto tornano ad essere in presenza. Unico neo la mancanza del reparto di pediatria.
BOOM DI NATI
La neonatologia dell’ospedale cittadino da sempre è uno dei punti di riferimento per le future mamme e questo è stato sottolineato da più parti. Non mancano i commenti positivi condivisi sui social il giorno delle dimissioni o anche durante la degenza. Ma si sa, i numeri valgono più delle recensioni positive ed allora parliamo proprio di quelli. Lo scorso fine settimana, per la precisione tra sabato e domenica, si è registrato un vero e proprio boom di nati al sant’Antonio Abate. Se di norma in neonatologia si viaggia su una media di due o tre nati al giorno, doverne gestire 17 più due in arrivo è stata una vera sorpresa. E così, con tutte le culle occupate, il personale del reparto gallaratese ha dovuto dar fondo a tutte le energie e alle risorse per garantire a tutte le neo mamme la giusta assistenza. In realtà, un paio di anni fa in neonatologia si era verificata una situazione simile, con quasi 20 neonati presenti nelle stanze, ma il periodo storico era differente. Ad oggi infatti, una parte del reparto di ostetricia è occupata spesso da pazienti provenienti da ortopedia o da altre specialità chirurgiche che fanno stazionamento qui nel post operatorio. Ecco quindi che, come prevedibile, in una circostanza anomala come questa, i medici ed il personale hanno fatto di tutto per mantenere le mamme separate da altri ricoverati.
OTTIMA ASSISTENZA
E le neo-mamme come hanno vissuto i giorni del post parto in una situazione così straordinaria? «Il personale con me, ma credo anche con le altre mamme, è sempre stato presente ed attento» racconta una mamma «le ostetriche sono state professionali ma al tempo stesso gentili in momenti in cui si vive un turbinio di emozioni». E il sapere di non essere sole ha giocato un ruolo non da poco, anzi. «Avere una puericultrice che anche in piena notte ti può aiutare fa la differenza perché - prosegue la mamma - gestire un neonato, soprattutto se è il primo figlio, nelle prime ore di vita non è semplice, è tutto nuovo ed una scoperta continua ed un aiuto fa la differenza, visto che la paura di sbagliare è tanta».
NIENTE PEDIATRIA
In questa bella fotografia però, c’è una nota negativa: la mancanza della pediatria. Da tempo infatti, questo reparto è stato trasferito nell’ospedale di Busto Arsizio. «Qui mi sono trovata davvero bene e - ammette la mamma - in caso di necessità, sarebbe bello sapere di poter contare sullo stesso personale che ha visto nascere mio figlio». Per lei, come per altre, non è una questione di distanza o di comodità ma di «affinità». La speranza è che, nonostante i cambiamenti all’orizzonte con l’arrivo dell’ospedale unico, realtà di eccellenza come il punto nascita gallaratese vengano mantenute. «Se ci fosse anche la pediatria - conclude la donna - questo sarebbe un luogo perfetto per le neo mamme».
lPROVA DI TESTO
Le neo mamme
sottolineano la professionalità del personale «Sarebbe bello non dover andare a Busto per i controlli dei nostri piccoli»
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