ARSENALE
Bombe a mano e machete nella casa al mare
Si aggrava la posizione di Fabio Del Bergiolo. Indaga anche l’FBI

È sempre più complicata la posizione di Fabio Del Bergiolo, sessantunenne ex funzionario dello Svad di Malpensa arrestato il 10 luglio per detenzione di armi da guerra.
Venerdì gli investigatori hanno trovato un’altra incredibile quantità di fucili e pistole nella sua casa in Toscana, una villetta immersa fra i boschi di Antona, una frazione di Massa Carrara.
C’era di tutto: un fucile, un machete, una pistola, un arco Compound con tredici dardi, una pistola, un treppiede per mitra, una balestra, undici bombe a mano (inerti). Certo, molto meno di quanto conservasse nell’appartamento gallaratese in cui viveva con la mamma ottantottenne. Ma non è comunque materiale trascurabile.
Gli inquirenti, anzi, sospettano che Del Bergiolo fosse una specie di grossista di armi alla ricerca continua di clienti, non importa di quale orientamento criminale o colore politico. Non a caso nel 1998 era stato tra i fondatori del Mac, un movimento che promuoveva la libera vendita delle armi.
La procura di Torino ha avviato una rogatoria in Svizzera per scavare sul conto dell’amico fraterno Alessandro Monti, cittadino elvetico fermato a Forlì e ora ai domiciliari. L’obiettivo della Digos è capire quali siano stati i canali di approvvigionamento. È stata nel frattempo attivata l’Interpol, l’Fbi, che è in contatto con l’Ucigos, ha assicurato che farà la sua parte per quel che riguarda le armi di fabbricazione statunitense.
Quanto al missile Matra, recuperato in un hangar dell’aeroporto di Rivanazzano Terme (in provincia di Pavia), le indicazioni lo includevano nella dotazione delle forze armate del Qatar. Ma le autorità di Doha hanno già comunicato all’Italia di avere ceduto quel pezzo tempo prima a un Paese straniero.
L’inchiesta aveva preso le mosse dalla lettera con cui, nel luglio 2018, un ex agente del Kgb sosteneva di essere a conoscenza del progetto di un attentato a Matteo Salvini da parte di estremisti ucraini. A Torino gli investigatori misero sotto osservazione cinque fra piemontesi e valdostani che avevano combattuto nel Donbass a fianco del Battaglione Azov, formazione dell’Ucraina in lotta contro le milizie filo-russe. Non furono trovati indizi, riscontri o conferme. Ma uno dei cinque, un giorno, fu contattato da un esperto d’armi che gli chiedeva se per caso fosse interessato a comperare un missile. E la Digos subalpina trovò la pista che conduceva all’hangar nel Pavese.
Nella villetta toscana di Del Bergiolo la polizia ha rinvenuto anche una foto di Benito Mussolini incorniciata, trentaquattro dvd su "Hitler e il terzo Reich", tredici videocassette sul "Crollo del mito dell’Urss” e sul "Trionfo della Volontà".
Gli investigatori hanno eseguito perquisizioni anche in abitazioni e depositi di materiale militare a Peschiera Borromeo (in provincia di Milano), Sesto Calende e Castelletto Ticino. «Il compendio sequestrato a Massa è omogeneo a quello gallaratese. Siamo pronti a farci interrogare ancora dalla procura per spiegare le circostanze. È un collezionista appassionato», commenta l’avvocato Fausto Moscatelli.
«Estremista? Sono filo-Israele»
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