IL PROGETTO
Educatori in strada contro le baby gang
Combattere il disagio è l’obiettivo del Comune e dei suoi partner: «Avranno lo zaino in spalla e incontreranno i ragazzi»
In città arriva “Zona d’ascolto - Take a break”, il progetto di educativa di strada che ha come obiettivo l’individuazione del disagio dei giovani. Una problematica sempre più sentita, ed accentuata dal Covid-19, che gli educatori della cooperativa “Lotta contro l’emarginazione” affrontano da tempo.
Intercettare il disagio
L’educativa di strada: questa è la strada scelta dalla giunta di centrodestra per fronteggiare il disagio giovanile di cui si parla sempre più spesso e che dopo la maxi rissa (sventata) dell’8 gennaio è diventato ancora più attuale. «Ci siamo chiesti come poter intervenire - fa sapere il sindaco Andrea Cassani - e da qui è nata l’idea di attivare questo progetto, già sperimentato in altri comuni ma non a Gallarate». E per non gravare sulle casse di palazzo Borghi, il sindaco e l’assessore ai servizi sociali Stefania Cribioli hanno deciso di adattare un progetto che era già attivo a Gallarate. Una conversione necessaria perché, come sottolineato dall’assessore «sono cambiate le modalità e i luoghi di incontro tra i ragazzi». E così dalle scuole il focus si è concentrato nelle piazze e nei parchi.
Esperienza consolidata
«È importante lavorare sulle differenti sfaccettature del disagio ed avere modalità rapide - continua Cribioli - bisogna intercettare le situazioni di disagio e intervenire». E qui, come sottolineato più volte, gioca un ruolo importante la collaborazione tra i vari soggetti che aderiscono al progetto per segnalare le situazioni di bisogno. Ecco perché il progetto è guidato dalla CS&L (ente capofila) che ha come partner cooperativa “Lotta contro l’emarginazione”, Centro Servizi Volontariato di Varese, Mondovisione, la sezione giovanile del comitato di Croce Rossa Italiana di Gallarate e l’Asst Valle Olona per quanto riguarda la prevenzione alle dipendenze. «Questo - spiega Cristina Ronzoni, coordinatrice di CS&L - è un progetto che nasce da un’esperienza consolidata anche se è la prima volta che viene attivato a Gallarate e apprezziamo il coinvolgimento e il sostegno dell’amministrazione». Il servizio, che è finanziato da Regione Lombardia grazie ai fondi sociali europei, prevede due giorni a settimana l’intervento di una unità mobile con due educatori. Un progetto che, proprio per entrare il più possibile in contatto con i giovani ha attivato un numero di riferimento (366.7568836) che può ricevere chiamate e messaggi su WhatsApp, un profilo Instragram e Facebook.
Con lo zaino in spalla
Gli educatori, è proprio il caso di dirlo, scendono in strada per incontrare i ragazzi ed avere un confronto con loro. «In questo modo - evidenzia Manuel Battaggi, operatore della cooperativa - possiamo confrontarci con loro, spiegare come proteggersi dal Covid ed evitare che il disagio possa sfociare in comportamenti aggressivi e violenti, verso se stessi e gli altri. Saranno educatori zaini in spalla». «I giovani sono stati penalizzati nella sfera della socialità e ora - puntualizza Roberta Bettoni, della cooperativa “Lotta all’emarginazione” - i casi di isolamento, o all’opposto di eccessi, sono aumentati».
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