SANITA’
Ospedale Gallarate: «Basta parole». Mucci c’è.
Assemblea pubblica affollatissima. Le rassicurazioni di Fontana non convincono. Il commissario di Forza Italia unico presente della maggioranza

Tutto esaurito, martedì 12 novembre, alle scuderie Martignoni di Gallarate per l’assemblea pubblica dedicata al futuro dell’ospedale ed organizzata da tutte le forze di minoranza. Presenti in sala (oltre ai gallaratesi), referenti delle associazioni del gallaratese e anche volti noti della scena politica locale e non solo come, ad esempio, i consiglieri regionali Luca Ferrazzi (gruppo misto) e Samuele Astuti (Pd). L’unico esponente della maggioranza ad aver accolto l’invito delle minoranze è stato l’ex sindaco e ora commissario cittadino di Forza Italia, Nicola Mucci («mi fa piacere essere l’unico della maggioranza, c’è una differenza e si noterà nei prossimi anni») insieme alla consigliera Belinda Simeoni (Fi).
Atti non parole
Non sono passata sotto traccia le rassicurazioni arrivate nella serata di ieri dal presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana sulla realizzazione dell’ospedale di Comunità a Gallarate. Anzi, c’è chi vede in quel comunicato diramato a poche ore dall’assemblea pubblica l’ennesima rassicurazione senza riscontro. «Non c’è un documento ufficiale che dice che in città ci sarà l’ospedale di comunità» interviene Ferrazzi «sono preoccupato e non mi fido; senza un documento scritto stiamo parlando di aria fritta. Stiamo assistendo a un sistematico depistaggio anche perché Fontana si è preso un impegno per il 2032 quando non sarà un pensionato e ci sarà un nuovo presidente che potrà decidere cosa fare». Una preoccupazione condiva anche da Astuti che evidenzia come «casualmente» proprio nel giorno dell’assemblea pubblica ci sia stato un incontro in Regione. «A parole dicono che l’ospedale di comunità verrà fatto ma noi delle parole non ce ne facciamo più nulla - rincara la dose il dem - noi vogliamo gli atti». «Non ci fermiamo alle rassicurazioni, sono i documenti che parlano e che valgono e quindi aspettiamo di vedere una risposta istituzionale compatta» commenta Cesare Coppe (CèV).
Desertificazione dei servizi
Michele Bisaccia (lista Silvestrini), riassumendo i passaggi più tecnici di ciò che resterà nel sant’Antonio Abate, parla di «desertificazione dei servizi» e di una offerta «inadeguata» alle esigenze del territorio. Per questo Sonia Serati (+Gallarate) ha paura che si ripresenti «l’effetto Legnano» ovvero avere un edificio abbandonato nel cuore della città con l’arrivo del nuovo ospedale. Per Giovanni Pignataro (Pd) i 40 posti per l’ospedale di Comunità (che verrà realizzato a Somma Lombardo) sono «davvero ridicoli perché sono il minimo che si potrà progettare». Anche i 21 milioni messi a bilancio da regione per l’Hub delle emergenze all’ex Casermone («che non sarà altro che un magazzino delle cianfrusaglie perché se uno sta male lì non verrà mai assistito»), per il dem, potevano essere gestiti meglio («ad esempio investendoli sull’ospedale di Gallarate») ma invece «il sindaco Andrea Cassani è stato prono a desiderata di Regione per evidenti ragioni politiche».
Spaccatura e retroscena
Mucci, nel suo intervento all’assemblea pubblica («un momento importante di cui di cui si sentiva la mancanza»), ha voluto smarcarsi - svelando qualche retroscena - dal comportamento de suoi compagni di maggioranza. Come? Facendo «un’operazione verità» passando per la mozione votata in comune dalla maggioranza a fine luglio («fino all’ultimo ho provato a realizzare un documento unitario con le opposizioni ma sono stato un predicatore nel deserto e mi sono trovato nella solita bagarre politica») e quella presentata da Astuti («sono stato io a scriverla») bocciata in regione; fino all’ultima commissione sanità («il documento presentato da Asst aveva una prospettiva profondamente diversa da quella condivisa in regione a luglio»). «Che nessuno pensi di rivedere al miglio prezzo gli edifici del sant’Antonio Abate e poi dirottare i denari in altre parti di regine Lombardia - anticipa il commissario degli azzurri - nel caso dovranno essere usati per migliorare ed implementare i servizi su territorio». È finita qui? No, stasera in discussione c’è la mozione presentata proprio ieri da Forza Italia, ma firmata solo dalla consigliere Belinda Simeoni e non dal capogruppo Calogero Ceraldi. «Noi ci siamo presi le nostre responsabilità - conclude Mucci - ci auguriamo che anche altri facciano lo stesso; ora è tempo, nel caso, di fare nomi e cognomi».
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