IL DONO
Gli amaretti di Gallarate ingolosiscono il Papa
I dolci di Pagani consegnati al Pontefice. Lo sguardo incuriosito di Prevost

Un dono dolce per Papa Leone XIV: amaretti di Gallarate che raccontano un piccolo peccato di gola. Un momento lieve, sospeso nel gesto e nello sguardo, quando a Papa Leone XIV è stata consegnata una scatola di amaretti di Gallarate, della pasticceria Pagani. Non uno dei doni solenni, ma uno di quelli che parlano di radici, sapori, affetti: un peccato di gola, sì, ma offerto con devozione.
IL DONO
La confezione artigianale, rigorosamente sigillata, proveniente da una storica pasticceria gallaratese, custodiva amaretti appena sfornati. Dolce tipico della città dei Due Galli, fragrante all’esterno, morbido dentro, con quel gusto di mandorla e zucchero che rimane nel ricordo. Un prodotto locale, artigianale, intriso di tradizione e di cura.
LO SGUARDO DEL PONTEFICE
Nella fotografia diffusa dalla Pasticceria, Papa Leone XIV compare con espressione curiosa: gli occhi attenti, labbra lievemente incurvate, lo sguardo che pare domandare — “Di che sapore sarà?”, “Quanti ne posso assaggiare?”. Non c’è traccia di severità nel viso, ma piuttosto una sospensione fra dignità e quel guizzo di umanità che rende ogni vicenda papale più vicina ai fedeli.
TRA CIELO E DOLCEZZA
L’immagine di Papa Leone XIV, incuriosito dagli amaretti, non è solo bella ma anche è significativa. In un mondo dove il sacro spesso si veste di rituali severi, questo momento ci ricorda che la spiritualità ha bisogno anche di dolcezza: quella che conforta, che unisce, che rende uomo anche chi è chiamato a essere guida spirituale. E così, in quel semplice scatto, la scatola di amaretti di Gallarate diventa più di un dono: diventa ponte tra chi produce e chi riceve; tra la terra e l’altare; tra il piacere sensoriale e il sorriso che illumina un volto. Un piccolo peccato, forse ma carico di grazia.
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