IL CASO
Il grido di dolore di Crenna
Muore il centro, tutti vanno in Monte San Martino. Parla l’architetto che riqualificherà la scala

«Dopo la chiusura della macelleria e dell’istituto di credito il centro di Crenna sta morendo. Sarebbe il caso che almeno la banca tornasse». Così l’architetto Claudio Negri, a cui si deve il progetto che darà nuova dignità alla scalinata che collega viale dei Tigli alla chiesa di San Zenone, lancia un appello a favore del nucleo storico in cima alla collina per salvarlo dal sonno nel quale è sprofondato da qualche anno a questa parte.
«Se non per altro, la banca torni almeno per un ritorno di immagine», argomenta il professionista. «Diversamente - aggiunge - qui restano solo epigrafi fuori dalla chiesa ed è un peccato perché Crenna sarebbe bellissima da vivere».
Sentire comune
Il professionista, al momento, scandisce l’appello a titolo personale. Da persona che a Crenna lavora nel campo dell’edilizia, ma che predilige il rione anche per scelta individuale.
Eppure il suo pensiero potrebbe essere sottoscritto da molti, nelle vie del centro storico. E questo grido d’allarme si levò anche un anno fa. «Novità qui? Guardi davanti alla chiesa se ci sono annunci funebri», è quel che ti senti rispondere se cerchi di fare quattro chiacchiere al belvedere. E non è da escludere che sarebbero in molti pure a metterci nome e cognome per sottoscrivere l’appello dell’architetto per la riapertura della banca.
Pianificazione sbagliata
Al di là dello sportello bancario, a venir meno a Crenna è stata nel tempo anche tutta una serie di negozi. Resistono pochi coraggiosi, le serrande abbassate, in via Donatello e non solo, sono tante.
«Se ci fosse un negozio di vicinato in centro la situazione sarebbe diversa, soprattutto con la crisi che si vive in questo periodo», sottolinea Negri. Che da architetto puntualizza: «Questo è il frutto di una pianificazione sbagliata che ha spostato tutto verso via Monte San Martino», ricorda.
Ma c’è ancora possibilità di salvare il centro o è troppo tardi, ormai? «Bisognerebbe che i negozi fossero invogliati a tornare», è la ricetta dettata dall’architetto.
Ben consapevole tuttavia che questo non sia davvero il momento più facile per metterla in pratica. Soprattutto per gli imprenditori, nonostante lo sforzo fatto dal Comune che dall’inizio dell’anno concede uno sconto sulla tassa rifiuti per chi rialza una serranda abbassata da tempo.
Belvedere
Che fare dunque? «Bisogna invogliare le persone a venire a vedere il belvedere», continua Negri. Chiaro, quando l’emergenza imposta dalla diffusione del coronavirus sarà passata. Per ora si resta a casa.
Ma questo potrebbe essere un tempo di progettazione utile da sfruttare. Per esempio, per pianificare iniziative e proposte che vadano ad aggiungersi allo sforzo già messo in campo dalle associazioni come Vivere Crenna.
«Il belvedere è un angolo bello e persino romantico - ricorda il professionista - un tempo si vedeva la Madonnina del Duomo di Milano, mentre oggi si vedono Porta nuova e i palazzi più alti, ma resta un luogo da valorizzare».
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