L’EVENTO
Gallarate, indietro di 100 anni con i bolidi antichi
Auto storiche: trionfa il Gran Criterium

Il centenario del Gran criterium termina in un bagno di folla. Il serpentone delle ventiquattro auto che hanno segnato un’epoca fatica a farsi strada nelle vie del centro storico di Gallarate. La folla che nel salotto cittadino passeggia soavemente la domenica pomeriggio si assiepa ai lati: Citroen B14, Chevolet International, Fiat 508 Balilla, Lancia Aprilia e Ardea, MG J2, Riley Brookland e tutte le altre si fanno largo, tra mille selfie, fino a piazza Libertà: qui termina il Centenario del primo Gran Criterium del 1923, prima gara itinerante nella storia delle quattro ruote nel nostro territorio. Fedele alla storia della locomozione, il club Asi Gallarate Auto Moto Storiche per tre anni ha effettuato ricerche storiche, invitato i collezionisti e operato una selezione delle auto anteguerra. Sabato e ieri, domenica 22 ottobre, le storiche – lo stesso numero di cent’anni fa - hanno ripercorso quel tracciato originario che i pionieri del motore a scoppio fecero anticamente: prima tappa tra Brughiera di Malpensa (non esisteva l’aeroporto), il Sempione da Arona a Stresa e Gravellona poi Omegna fiancheggiando il lago d’Orta poi Borgomanero e Somma Lombardo. Ieri le auto, progettate dal 1923 al 1940, hanno deliziato equipaggi e spettatori con passerelle che hanno promosso, agli occhi degli ospiti, il territorio delle valli varesine: prove d’abilità all’ippodromo delle Bettole poi lungo le sponde del Lago Ceresio, Valganna e Valcuvia prima di proseguire, tra Brinzio e Varese, con la discesa verso Gallarate.
OLTRE 200 CHILOMETRI DI STORIA
«In tutto 210 chilometri, come nel 1923, ma con una differenza abissale – precisa Livio Cagnola, uno dei fondatori del Gams -: il fondo stradale allora era di terra battuta, oggi d’asfalto. Anche i ritmi son mutati: visto il traffico moltiplicato, la velocità media delle storiche oggi è di 25 orari, ispirata al massimo rispetto per la meccanica, mentre cent’anni fa Vittorio Munari di Busto Arsizio trionfò a medie molto più elevate».
«Il nostro è un gesto culturale di valorizzazione della storia e delle opere d’arte di meccanica e carrozzeria dei nostri padri – commenta il presidente del club Gams Arturo Ferraro -. Viviamo nel territorio-culla di meccanica e carrozzerie: non si tratta di ostentare, ma di prendersi cura, restaurare e conservare simboli di locomozione e sport che il rispetto per la storia ci impone di tutelare».
«Da uno studio Fiva (Fédération Internationale des Véhicules Anciens) – ricorda Romeo Ferro, commissario Asi - ogni proprietario di un veicolo storico spende ogni anno circa 3.737 euro così ripartiti: 2.52 euro per manutenzione e uso del veicolo, 645 per partecipare ad eventi e 568 per iscrizioni al club Asi, acquisto libri e riviste. Capite bene che non si tratta di hobby da milionari: qui vincono storia e passione». Marco Binetti, direttore dell’evento e tecnico restauratore, aggiunge: «Questi gioielli sono l’emblema della semplicità costruttiva e dell’affidabilità nel funzionamento. Le auto anteguerra necessitano di pochi controlli, una guida cauta e rispettosa dell’età. E non si fermano mai».
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