MESSA ALLA PROVA
Gallarate, Isis Ponti: la baby gang chiede scusa
In aula il pentimento dei sei minori che rapinarono uno studente

Accerchiarono un diciassettenne fuori dall’Isis Ponti, lo picchiarono selvaggiamente per nove lunghissimi minuti e gli portarono via i 100 euro che aveva nel portafogli: era il 22 settembre del 2022. Lo scorso maggio quattro minorenni finirono in carcere e altri due ai domiciliari con l’accusa di rapina e lesioni.
A quanto pare l’esperienza è servita. Lunedì la baby gang è comparsa davanti al gup Alice Irina Grossi per il processo con rito abbreviato: hanno tutti preso la parola per ammettere le proprie colpe e chiedere perdono al ragazzo aggredito. «Vogliamo cambiare vita e questa è stata l’occasione per intraprendere un nuovo percorso» è la sintesi delle dichiarazioni dei sei ragazzi. Ora pensano a portare a termine gli studi, a costruire rapporti di amicizia leali, si impegneranno a non trasgredire più le norme della convivenza civile. Inoltre le valutazioni degli educatori che li stanno seguendo sono risultate positive e quindi il giudice del tribunale minorile ha concesso la messa alla prova, accogliendo la richiesta degli avvocati Davide Toscani, Giovanni Pignataro, Alessio Di Marco, Sonia Brandi, Cecilia Gandini e Norberto Salza.
Il periodo di osservazione per cinque di loro è di un anno, sei mesi in più per l’imputato che a novembre dello stesso anno pestò e derubò un coetaneo a Busto Arsizio, in via San Michele. Il 28 ottobre dell’anno prossimo il gup si pronuncerà sull’esito della Map.
«I ragazzi hanno davvero capito il disvalore delle scelte passate», commenta l’avvocato che ha assistito il diciassettenne preso a pugni dal branco e la sua famiglia, Tatiana Ruperto.
«Le loro scuse e la resipiscenza hanno convinto e toccato positivamente anche il ragazzo che comunque aveva passato un brutto periodo. Dobbiamo ringraziare l’ex preside Giuseppe Martino che aveva provveduto subito a mettere lo studente in protezione, facendolo sentire al sicuro».
L’episodio ebbe un’eco nazionale. Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, dopo gli arresti, chiamò personalmente il provveditore della Lombardia per assicurarsi che tutte le procedure necessarie per la tutela dello studente gallaratese fossero state subito avviate, portando la solidarietà al diciassettenne e condannando ogni gesto di bullismo. È stato un anno difficile, il 2022, per l’Isis Ponti. A ottobre fu pure aggredita una professoressa: accadde in una classe di seconda superiore dove uno studente aveva disegnato svastiche e inciso frasi antisemite sulla cattedra pensando che nessuno sarebbe risalito a lui. Invece l’insegnante lo individuò: sentendosi incastrato reagì dandole un pugno in faccia. Il giovane venne sospeso per tutto l’anno e il ministro Valditara dovette per l’ennesima volta occuparsi dell’istituto gallaratese. Telefonò al preside e si prese un impegno: «Restituirò alla figura dell’insegnante l’autorevolezza che le è propria». Il voto al suo operato si darà a fine mandato.
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