IN APPELLO
Gallarate, lite per il cane: colpo di mocio alla madre
Ventenne condannato a sei mesi di reclusione

Sei mesi di reclusione. Tanto è costato a un ragazzo gallaratese poco più che ventenne un colpo di mocio tirato addosso alla mamma. Tutta colpa di un cane. Non un cane qualsiasi. Bensì un dogo.
Nonostante la fama di cane feroce e l’aspetto poco rassicurante, questa razza originaria dell’Argentina è in realtà tutt’altro che aggressiva. Al contrario, nella stragrande maggioranza dei casi il dogo è un cane affidabile, equilibrato e pure gioioso.
Vallo a dire, però, alla signora che aveva storto subito il naso quando il figlio si era presentato a casa con quell’animale tanto desiderato e acquistato con i propri risparmi. A lei non piaceva. Anzi, non lo voleva proprio vedere. Altrimenti, la donna, che già di suo aveva comportamenti sopra le righe, dava in escandescenze.
E in effetti da quando era arrivato in casa il dogo urla, grida e rimproveri erano diventati routine nella vita di quella famiglia.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso risale a quattro anni fa. Il cane non era stato bene e aveva sporcato il parquet del soggiorno. Di qui l’ennesimo rimprovero. Unica differenza rispetto alle altre volte, la reazione del giovane. Quella volta non si era limitato a incassare la sfuriata, facendo finta di niente. Al contrario, aveva imbracciato il mocio con il quale stava pulendo là dove il suo cane aveva sporcato e l’aveva lanciato con rabbia contro la mamma. Un gesto rabbioso, sintomo che il figlio era ormai arrivato al culmine della sopportazione. Il mocio aveva colpito la donna al gomito. Una botta. O poco più. Insomma, una lesione da niente. Tuttavia, la signora aveva voluto a tutti costi andare al pronto soccorso, dove l’avevano dimessa con una prognosi di tre giorni.
Quel brutto episodio avrebbe potuto risolversi con un chiarimento. Per la quiete familiare. Così, non è stato. La donna tanto ha brigato fino a quando non ha denunciato la lesione da spazzolone alle forze dell’ordine. Alla faccia che tutti “i figli so’ pezzi ‘e core” come cantava Mario Merola. Non questa volta. La lesione denunciata è confluita in un fascicolo giudiziario che ha poi viaggiato sull’asse Busto Arsizio-Milano. Il procedimento si è concluso con una conferma in Appello della condanna a sei mesi.
lite domestica per il cane
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