PROVATA PER VOI
Moriggia? Sempre una bella nuotata
In piscina di primo pomeriggio: pulizia, cordialità e vasche semivuote

Acqua trasparente, temperatura mite all’esterno e tiepida in vasca, strutture accessorie pulite, rete anticaduta in ordine, personale gentile.
La piscina di Moriggia, a quattordici mesi dalla riapertura al pubblico e a dieci dall’assegnazione allo Sporting Club Verona, offre sempre l’immagine di un buon servizio.
Quanto necessario a una nuotata serena c’è. Semmai a mancare è l’attesissimo ammodernamento: l’impianto, per quanto appaia tenuto al meglio, mostra tutti gli oltre quarant’anni d’età. Forse anche a causa di ciò, in un mercoledì di gennaio (lo scorso) di primo pomeriggio, non si sgomita alla cassa né si sta stretti in corsia. Ma questo è un altro discorso. Il test compiuto di persona, allo scopo di verificare l’offerta a quasi un anno di esternalizzazione della gestione, dà un risultato soddisfacente.
MERCOLEDÌ 8, ORE 14.55
Il parcheggio del centro polisportivo di Amsc affidato alla società veronese è semivuoto. Nell’atrio non c’è nessuno. La cassiera sorride, saluta con cordialità, domanda come può essere utile e fornisce le informazioni richieste. Acquistiamo un biglietto che dà diritto a tre ore di nuoto libero (6 euro, quota non residenti) e una chiavetta caricata per due cicli di phon (50 centesimi). Non sono più a disposizione i lucchetti per gli armadietti in cambio del documento lasciato in cauzione, tuttavia c’è la possibilità di avere gratuitamente la chiave di una delle cassettine di sicurezza all’ingresso in cui lasciare gli effetti personali.
ORE 15
Dunque, procediamo. A sinistra, in modo da accedere agli spogliato maschili. Le due file di cabine sono in discrete condizioni, come pure i numerosi armadietti a disposizione. I pavimenti sono puliti: le piastrelline marroni, che risalgono alla metà degli anni Settanta, sono lucide e in perfette condizioni. La temperatura è accettabile. L’aria è pulita. Gli utenti si contano sulle dita di una mano, dunque non c’è nemmeno il classico vociare di sottofondo.
ORE 15.05
Superato il corridoio, passate le docce automatiche, lo sguardo si apre sul piano vasche. Nella piccola non c’è nessuno. In quella grande, 25 metri, ci sono due uomini e una donna. Al suo posto c’è un solo bagnino. Anch’egli cordiale. Non resta che l’imbarazzo della scelta: corsia uno, due, tre, quattro, cinque o sei? Una libera: la densità demografica del momento permette anche di saltare di qua e di là.
ORE 15.07
Nemmeno il tempo di tuffarsi che esce un utente. Sicché il numero dei nuotatori rimane tre. Passa qualche minuto ed esce una utente, così si resta in due. Poco male. L’acqua è piacevole, né fredda né calda, tiepida, e il cloro non brucia gli occhi. Uno sguardo in alto: la rete anticaduta tiene. È la solita piscina, una sicurezza.
ORE 15.35
Mezzora di test natatorio è sufficiente. Nel frattempo un ragazzo accompagnato dal padre entra nella vasca piccola. Mentre in quella grande non c’è più nessuno. Quindi, la doccia: essenziale e vecchiotta, però pulita e con acqua in getto e temperatura giusti. Dopodiché il phon automatico: facile da usare e di durata congrua. Domanda a un utente abituale anch’egli in uscita: sempre così poca gente? Risposta: «In questa fascia oraria sì».
ORE 15.50
Tornati nell’atrio cominciano a vedersi genitori e bambini. Alle 16 partono i corsi. Non c’è il pienone: anche in tal caso si contano sulle dita di una mano. Arriveranno. Si presume. Qualcuno scende con la mamma dall’auto. Usciamo dal parcheggio. Tutto sommato l’esperienza è positiva. Resta soltanto una curiosità sul termine temporale del collaudo della rete anticaduta e, in caso di scadenza avvenuta, sull’eventuale rinnovo. Per il resto è la solita Moriggia che si conosce.
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