AL PRONTO SOCCORSO
Muore in ospedale a Gallarate: tre indagati
La 64enne era cardiopatica con problemi ai reni. «Lasciata sul lettino». Ieri l’autopsia

«È necessario un ricovero urgente», le consigliò la nefrologa. Era l’11 aprile, l’indomani mattina la sessantaquattrenne si presentò a Somma Lombardo ma lì il reparto specializzato non c’è. La gallaratese, accompagnata dalla famiglia, andò quindi al Sant’Antonio Abate, inviata in codice verde. Rimase nel reparto di emergenza tutto il giorno e tutta la notte. Quando al mattino alle 8 la figlia arrivò per la visita trovò la madre morta. Ora nel registro degli indagati ci sono tre medici, accusati di omicidio colposo: «È giusto andare a fondo di quanto è successo, vogliamo capire», commenta l’avvocato della famiglia, Maria Cristina Marrapodi. Ieri mattina, venerdì 21 aprile, la salma della donna è stata sottoposta ad autopsia, entro sessanta giorni l’esito sarà depositato sul tavolo del pubblico ministero Massimo De Filippo che deciderà come procedere.
ANAMNESI COMPLESSA
La sessantaquattrenne aveva un quadro clinico complicato: cardiopatica (le era stata sostituita la valvola mitralica), reni affaticati, difficoltà respiratorie. Lo specialista a quanto pare si era accorto di un peggioramento aveva caldeggiato il ricovero. All’ospedale di Gallarate la donna arrivò con i piedi molto gonfi, l’affanno e stanchezza anomala, almeno stando alle dichiarazioni della famiglia. «Le somministrarono il lasix (diuretico usato per trattare gli edemi e la ritenzione idrica da scompenso cardiaco) e poi la lasciarono in un lettino del pronto soccorso in attesa che si liberasse un posto in reparto ma senza un cuscino, senza strumentazione e senza ulteriori indicazioni», spiega l’avvocato Marrapodi. «Lei non voleva nemmeno restare lì».
I DUBBI
L’ultimo messaggio scambiato con le figlie è delle 21.45 del 12 aprile. A quelli successivi non rispose più e al mattino il telefono suonava a vuoto. «Quando la figlia è arrivata in ospedale ha subito incontrato un medico che la stava chiamando per comunicarle il decesso. La mamma era già stata coperta dal lenzuolo e al tatto era già fredda. Non poteva essere spirata poco prima eppure nessuno ha avvertito tempestivamente la famiglia», racconta il legale. Che dalla procura attende una risposta alle domande che assillano i parenti: «Le condizioni della paziente sono state monitorate con attenzione? Perché non è stata visitata da un cardiologo? Perché è stata lasciata così a lungo in pronto soccorso in una stanzina dove, a quanto pare, non c’era neppure il campanello per chiamare gli infermieri?». Solo all’esito della consulenza dell’anatomopatologo sarà possibile avere un quadro più completo.
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