LA SENTENZA
Passa il casello, il conto arriva ad altri
Gallaratese condannato in appello: utilizzava la Viacard dimenticata da una donna valdostana nell’auto venduta

È innegabile che l’ufficio legale di Autostrade per l’Italia abbia sempre un gran daffare. Obiettivo: rintuzzare - finché si può - i tanti furbetti del pedaggio autostradale. Quelli che, pur di entrare a scrocco in autostrada, se ne inventano una più del diavolo. Come nel caso di un cuoco luinese che qualche anno fa riuscì a transitare dai varchi Telepass dell’A8 «omettendo il pagamento», per dirla con il linguaggio delle carte processuali, la bellezza di quasi 200 volte.
Nel mirino degli avvocati della società che gestisce la Milano-Varese è finito di recente anche un 43enne gallaratese, condannato ieri dai giudici della quarta Corte d’Appello di Milano a un anno di reclusione e a 400 euro di multa per truffa. A ben vedere, gli è andata anche piuttosto bene, considerato che, capo d’imputazione alla mano, i passaggi illegali dal casello di Gallarate contestati sarebbero stati diverse decine per un ammanco superiore a 4mila euro. Perché, come è già successo in primo grado davanti al Tribunale di Busto Arsizio, l’imputato - per altro recidivo - è stato giudicato colpevole per un unico episodio. Episodio del quale le telecamere di Autostrade per l’Italia hanno immortalato le gesta, mentre passava con un furgone a noleggio dal casello gallaratese utilizzando una tessera Viacard non di sua proprietà, bensì riconducibile a un’imprenditrice valdostana.
Come sia capitato tra le mani dell’imputato resta un mistero. Il processo non ha risolto l’enigma. Né peraltro era suo compito farlo. Si è saputo che la Viacard era stata dimenticata nell’aletta parasole di un’utilitaria che l’imprenditrice valdostana aveva regolarmente ceduto qualche anno fa. Nel corso del tempo, spulciando i report mensili della carta di credito, la donna si è accorta di tutta una serie di fatture di pedaggi decisamente elevati per passaggi a Gallarate e dintorni dei quali lei non aveva nulla a che fare. Anche perché il Varesotto non rientra nelle sue zone di attività. Di qui la decisione di sporgere denuncia.
© Riproduzione Riservata