L’ANALISI
Gallarate, piazza Giovanni XXIII: la bella incompiuta
A due anni e mezzo dal restyling restano gli stessi problemi

Piazza Giovanni XXIII: la bella incompiuta, si potrebbe dire. Bella, perché è bella da quando è rinnovata. Incompiuta, perché quel restyling benedetto la sera del 30 luglio 2021 da monsignor Riccardo Festa per la parte religiosa e dal ministro Giancarlo Giorgetti per quella politico-istituzionale, sotto gli occhi soddisfatti del sindaco Andrea Cassani già pronto alla sfida elettorale nella quale avrebbe ottenuto la fiducia dei gallaratesi per il bis, bé, ecco quella riqualificazione costata 436mila euro più Iva sarebbe dovuta essere - nelle intenzioni - il primo passo della rivoluzione socioculturale della zona della stazione Fs. Nuovo porfido, nuove geometrie, nuova illuminazione, nuovi materiali, nuove concezioni, dopo 60 anni di parcheggione spacciato per piazza, con l’obiettivo di rigenerare l’intero quadrante urbano a un passo dal centro storico, strade laterali e contingenti comprese. Anche con la promessa di installazioni artistiche, iniziative di richiamo e mercato a chilometro zero. Invece, dopo due anni e mezzo ci sono gli stessi problemi di sempre: bivacchi, schiamazzi, abuso d’alcol, bottiglie abbandonate, conseguenti lamentele sfociate addirittura in una petizione da parte dei residenti.
DAI PORTICI ALLA GALLERIA
Anzi, a voler essere un po’ più precisi, al netto di chi dopo le 18 (lo scoccare della fascia oraria problematica) predilige ancora le panchine lungo il camminamento centrale e alberato per bivaccare, il degrado si è avvicinato al centro storico: dai portici della piazza, adesso ben illuminati e videosorvegliati, si è spostato nella galleria pedonale che unisce le vie Borghi e Cavour. Corridoio divenuto, la sera, sede di bevute, litigi e inciviltà varia. Tanto che chi abita e opera lì vuole mettere i cancelli. Che il problema ci sia è un dato di fatto. Confermato dallo stesso Cassani che, alla tradizionale riflessione pubblica sulla sicurezza alla festa di San Sebastiano, è stato chiaro nel motivare l’annuncio di ordinanze di divieto in area stazione della vendita di alcolici dalle 18: «Sono stato sotto i portici. Sicuramente c’è qualcosa da fare. Interverremo».
I PASSI SUCCESSIVI
Sì, va bene. Come va bene mettere una pattuglia fissa, aumentare i blitz interforze, portare le unità cinofile, affidarsi alle ultime telecamere installate. Ma questo, più o meno, a seconda dei momenti, si faceva pure prima della riqualificazione. Quindi? Forse sono mancati i passi successivi a un’opera comunque da mezzo milione che avrebbe dovuto ribaltare l’ottica. Infatti, sono previsti i posti per le bancarelle, però non ci sono state forza o volontà di portare lì un mercatino come avviene in altri angoli cittadini. Inoltre, annunciato in fase progettuale, ci sarebbe dovuto essere un legame tra la porta di Gallarate (la stazione Fs) e il Maga con installazioni al centro della piazza: mai vista una, se non all’inizio uno dei mega-animali in plastica. Poi, si sarebbe potuto organizzare lì qualche evento, tuttavia l’idea non pare essere stata considerata. Insomma, non ci sono stati tentativi di rivitalizzare per mutare la frequentazione.
DA UNA CERTA ORA
Sicché, resta terra di passaggio dove si ferma soltanto l’umanità ai margini della società e della legge che trova, ovunque, linfa ai punti di partenza e arrivo. E dove da una certa ora la percezione di insicurezza è tanto alta da suscitare timori di cattivi incontri in molte persone. Così, si affretta il passo attraversando la bella incompiuta.
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