OSPEDALE
Sparito il clochard senza mutande
Era stato denunciato per atti osceni. Due “colleghi” hanno trovato un’altra sistemazione

Non si è più visto, da quando si è accomodato senza mutande su una delle sedie vicino al Nido e al Pronto soccorso pediatrico dell’ospedale. Il senzatetto che qualche notte fa si è tolto i pantaloni e la biancheria nei corridoi del Sant’Antonio Abate è stato denunciato poco dopo dalla dirigenza ospedaliera ed è stato identificato di conseguenza dalle forze dell’ordine. Da quel momento non si è più fatto vedere nei dintorni della struttura sanitaria. Altre due persone senza fissa dimora che avevano l’abitudine di rifugiarsi al nosocomio durante la notte, intanto, nei giorni scorsi hanno trovato una diversa sistemazione altrove.
È in evoluzione la situazione della struttura sanitaria di via Pastori, dove nell’ultimo periodo erano tornati a verificarsi in tutta la loro gravità episodi spiacevoli legati alla presenza di senza fissa dimora che una volta all’interno di corridoi e aree di collegamento dell’ospedale si lasciavano andare ad atteggiamenti violenti o del tutto inadeguati. Come nel caso dell’uomo svestito che il personale del Nido si era trovato davanti durante il turno notturno o di quello che solo qualche giorno dopo ha messo a soqquadro gli ambienti in preda all’ira.
Ogni qual volta si generi un problema di ordine pubblico al Sant’Antonio Abate, chiunque ne sia responsabile, le forze dell’ordine vengono allertate e intervengono a seconda del caso. Nel corso del tempo l’ospedale ha messo in campo anche numerose misure di tipo diverso per cercare di mantenere sotto controllo la situazione. Con l’avvento della pandemia era stato sgomberato uno dei corridoi che era stato scelto in passato come rifugio: una situazione che risultava difficilmente tollerabile in condizioni normali ed è diventata insostenibile di fronte al rischio del coronavirus.
La persona allontanata qualche sera fa dal reparto pediatrico è una delle ultime presenze che erano rimaste a gravitare attorno a via Pastori. Nei giorni scorsi intanto anche la politica è tornata a interrogarsi su quali siano le possibili soluzioni da mettere in campo, di concerto con dirigenza e tutori dell’ordine, per garantire da un lato coloro che vengono ricoverati al Sant’Antonio Abate e dall’altro quanti vi lavorano. Costretti anche di recente, in qualche caso, a chiedere di essere scortati durante i loro spostamenti notturni da una parte all’altra della struttura per il timore di fare incontri imprevisti e spiacevoli durante il tragitto.
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