LA SENTENZA
Stalker? No, galantuomo
Madre e figlia denunciarono un vicino di casa dai modi cortesi ritenuti insistenti. Il giudice lo assolve

Si sentivano braccate da quel vicino di casa che aveva sempre troppe attenzioni per loro, che sciorinava spesso complimenti, che insomma aveva un atteggiamento da galantuomo d’altri tempi.
Madre e figlia lo denunciarono per stalking ma l’accusa si è sbriciolata nel corso del dibattimento e ieri l’imputato è stato assolto dal giudice Nicoletta Guerrero, che ha accolto la richiesta dello stesso pubblico ministero Fabio Portera. Il fatto non costituisce reato, non c’era dolo insomma nei comportamenti del trentanovenne, solo cavalleria.
I fatti che le due donne raccontarono ai carabinieri della Compagnia di Gallarate sarebbero accaduti a partire dal 2018.
Il trentanovenne imputato, difeso dall’avvocato Dalila Gaia Obbiso, in quel periodo con loro - che avevano appena vissuto la sconvolgente perdita del padre - era espansivo, gentile, cercava di farsi apprezzare e di conquistare la loro simpatia.
La vedova e sua figlia furono chiare nello smorzare qualsiasi entusiasmo e l’imputato incassò senza però perdere le maniere galanti che lo avevano contraddistinto.
La madre si sentiva pedinata, a titolo d’esempio ha raccontato di quando, accompagnando il figlio alla stazione, si ritrovò il trentanovenne alle spalle.
La ragazza era invece spaventata dai messaggi che le erano arrivati su messanger: «Se ti fa piacere ti mando questi bacioni», «pensavo volessi dirmi qualcosa».
Si era allarmata anche quando lo vide entrare nel bar dove lavorava ma stando alle testimonianze di chi ha deposto nel corso dell’istruttoria - per esempio i nonni, i colleghi di lavoro, l’ex fidanzato della giovane - l’uomo non avrebbe mai manifestato palesi gesti di ossessione morbosa o compulsiva, né verso la mamma né nei confronti della ragazza.
C’è differenza tra corteggiamento e stalking, ed è su questa demarcazione che si dovrebbe operare un discrimine prima di muovere la macchina della giustizia: questo almeno è ciò che si evince dalla decisione del giudice.
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