L’INCIVILTÀ
Torrente o discarica? Arno invaso dai rifiuti
Scorre lungo Gallarate e il suo stato di salute è davvero pietoso: tra l’immondizia e la ciclabile verso il nulla
Povero Arno, sgominata la via di fuga dei venditori abusivi, rimane una discarica a cielo aperto: lungo gli argini di via Renzo Colombo la civiltà ha chiuso gli occhi.
Un mese fa aveva fatto scalpore l’operazione condotta dalla polizia locale che, in seguito al giro di vite contro l’abusivismo commerciale chiesto dall’assessore alla sicurezza Francesca Caruso, aveva scoperto che i venditori abusivi della zona dell’ospedale utilizzavano il letto del torrente, attrezzato con corde piazzate strategicamente per salire e scendere, come via di fuga per evitare i controlli ma soprattutto i sequestri.
Oggi il problema di sicurezza è stato risolto, ma la situazione dell’Arno dall’ospedale in giù, lungo la via Renzo Colombo, è tutt’altro che confortante. È l’inciviltà a farla da padrona.
SEGNALAZIONI
Dopo che una cittadina gallaratese ha fatto, come da prassi, la sua segnalazione sulla presenza di rifiuti abbandonati su Segnala Gallarate, lo strumento principe per indicare all’amministrazione comunale i problemi da risolvere, siamo andati a verificare la situazione sul campo.
La via Renzo Colombo costeggia il corso del torrente Arno, che oggi è completamente in secca, dall’ospedale (all’incrocio con via Pastori) fino ad Arnate (strada senza uscita dopo l’incrocio con via Ferrario).
Nel tratto compreso tra via Dubini e via Ferrario è una specie di parcheggio accessorio per chi si reca in ospedale.
E l’Arno e le sue rive sono ormai una vera e propria discarica a cielo aperto. Sotto le automobili in sosta e tra la vegetazione lungo il torrente spunta di tutto e di più, soprattutto nel tratto tra i due incroci con via Galilei e via Ferrario.
DISCARICA
Cartacce e bottiglie di vetro e di plastica in quantità, ma anche mobili abbandonati, vetri rotti, imballaggi alimentari di ogni genere, sacchetti, oltre ai sacchi dell’immondizia gettati direttamente sul letto del torrente, come se fosse un cassonetto dell’immondizia.
Inciviltà e mancanza di rispetto delle regole del vivere civile, che purtroppo ormai sono diffuse un po’ ovunque, ma che di solito si palesano soprattutto in zone più isolate, non in una via che ogni giorno si riempie di automobili parcheggiate. Uno spettacolo indecoroso, l’ennesima ferita a un torrente per troppo tempo violato dagli uomini. Ma non ci sono solo i rifiuti.
CICLABILE VERSO IL NULLA
Nel tratto dopo l’incrocio con via Ferrario, dove c’è la sede del Pd per intenderci, le macchine in sosta per l’ospedale non ci sono più, ma spunta finalmente un cestino, nuovo di zecca o quasi.
Su questo ultimo tratto senza uscita di via Renzo Colombo c’è una pista ciclopedonale che costeggia l’Arno, lascito di qualche opera di urbanizzazione dei palazzi costruiti in epoche recenti. Peccato che l’elegante staccionata in legno che separa i ciclisti dall’argine del torrrente sia stata completamente divelta in diverse parti.
Eppure sono in molti in città che sognerebbero la valorizzazione naturalistica del corso d’acqua che attraversa la città, magari proprio con un percorso ciclopedonale che lo possa affiancare. Ma in via Colombo le poche decine di metri di corsia riservata alle bici vanno a finire in faccia a un muro, quello di un’abitazione che si affaccia su via Pietro da Gallarate, che è poco oltre.
© Riproduzione Riservata