IMPRENDITORI
Gallarate: vitalità in centro, sofferenza nei rioni
Commercio in movimento tra novità e ritorni: girandola di negozi

In città non ci si annoia. E non soltanto grazie alla movida e gli eventi programmati con costanza. Quella gallaratese, infatti, dal punto di vista delle attività commerciali, si conferma una piazza viva e interessante per molti. E se da un lato ci sono negozi che abbassano per sempre la propria saracinesca, dall’altro ci sono imprenditori pronti a raccogliere il guanto di sfida e aprire (o riaprire) un punto vendita. Il tutto senza contare le diverse realtà storiche che da oltre cento anni scommettono sulla Città dei Due Galli.
Senza ombra di dubbio, il nucleo antico è la meta più ambita per chi vuole dare il via a una sfida imprenditoriale o raccogliere il testimone di chi lo ha preceduto. Un esempio, proprio degli ultimi giorni, è quello del negozio in franchising di articoli da cucina di piazza Guenzati che ha deciso di chiudere. Immancabile la domanda di rito: riaprirà o resterà l’ennesima saracinesca abbassata? Beh nemmeno il tempo di dare via al tam tam delle scommesse che già (in maniera ufficiosa) sono trapelate le prime indiscrezioni che indicavano nel futuro degli spazi a ridosso di via Manzoni una gelateria (sempre in franchising) e ora c’è anche la conferma. Un ricambio veloce, un po’ come quelli avvenuto al civico 12 di piazza Libertà dove al posto della storica Cappelleria Cristina ha aperto la pasticceria Godo (a gennaio si allargata acquisendo il negozio di parrucchiere di Luigi Pasciucco che dopo 55 anni di attività è andato in pensione). E meno di un mese fa in piazza Risorgimento ha riaperto l’edicola e cartoleria La Coccinella e, anche in questo caso, il ritorno sulle scene gallaratesi è stato accolto con favore.
Negli anni, però, a risentire di più delle chiusure sono stati i quartieri. Se nel cuore pulsante della città (tranne alcuni casi) il ricambio è veloce, nei rioni spesso o è lento o non c’è proprio. Una dinamica, dettata da strategie imprenditoriali o personali, che ha un impatto negativo soprattutto sulla vita delle persone più anziane. Un esempio è stata la paventata chiusura dell’ufficio postale di Cajello che ha allarmato i residenti, perché avrebbero perso quello che hanno definito un «grande punto di riferimento». Lo stesso sentimento che avevano manifestato molti gallaratesi quando si è diffusa via social la notizia della chiusura dell’edicola di via Carlo Noè. Anche ad Arnate, quando la famiglia Scampini ha deciso di non portare avanti la panetteria di via Arno i residenti si sono preoccupati. In questo caso però, c’è chi ha deciso di rilevare l’attività e di non lasciare il quartiere senza un servizio «importante per tutti» come ammesso da molti vicini di casa.
«Portare avanti o decidere di aprire un’attività oggi è tutt’altro che semplice», afferma una commerciante del centro. «Incognite e sfide sono tante, servono impegno e passione. Ma se è quella la strada che hai deciso di seguire devi saperti adattare ai cambiamenti e alle nuove sfide. Questo non è da tutti».
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